Shell in corsa per l’occupazione della terra dei Guarani

28 settembre 2010

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Il film di marco Bechis ‘Birdwatchers’ mette in luce la drammatica lotta dei Guarani Kaiowá del Brasile. © Marie Hippenmeyer/Survival

Il gigante dell’energia Shell e il colosso brasiliano dei biocarburanti Cosan hanno stretto un accordo di collaborazione da 12 miliardi di dollari per la produzione di biocarburanti. Ma alcune delle piantagioni di canna da zucchero della Cosan, da cui dovrebbero essere ricavati i biocarburanti, si estendono in aree già formalmente riconosciute come terre appartenenti agli Indiani Guarani, una tribù ormai dissanguata dal furto dei territori ancestrali.

Un pubblico ministero con l’incarico istituzionale di difendere i diritti degli indigeni in tribunale ha scritto alla Shell avvertendola che il suo coinvolgimento nella joint venture brasiliana “mette a repentaglio gli impegni assunti dalla compagnia in materia di biodiversità e sostenibilità”.

In occasione del festival di Venezia di due anni fa, il film di Marco Bechis Birdwatchers ha portato la difficile condizione dei Guarani all’attenzione di tutto il mondo e una delle star del film, Ambròsio Vilhalva, viene proprio dalla comunità colpita dalle attività della Cosan.

“La canna da zucchero ci sta dando il colpo di grazia” ha dichiarato oggi Vilhalva riferendosi alle piantagioni di canna da zucchero che hanno ingoiato gran parte della terra della sua tribù. “Le nostre terre stanno diventando ogni giorno sempre più piccole. Le piantagioni stanno uccidendo gli Indiani.”

All’inizio di settembre, il massimo esperto ONU sui diritti degli indigeni ha pubblicato un rapporto per il Consiglio sui Diritti Umani delle Nazioni Unite in cui dichiara di essere “profondamente preoccupato per le violenze denunciate contro il popolo dei Guarani e per il grave impatto che l’aggressiva politica dei precedenti governi – che hanno venduto ampi tratti della terra tradizionale indiana a imprenditori agricoli non-indigeni – ha avuto sulle comunità guarani”.

I Guarani si sono già visti derubare di quasi tutta la loro terra per far spazio ad allevamenti di bestiame e piantagioni di soia e canna da zucchero. Ogni volta che cercano di rientrare nelle terre ancestrali, i Guarani subiscono violenti attacchi. I loro leader vengono spesso presi di mira dai sicari e decine di loro sono stati assassinati. La tribù soffre uno dei tassi di suicidi più alti al mondo e i bambini muoiono di malnutrizione perché la tribù non ha più terra da coltivare o in cui andare a caccia.

“La Shell minaccia di aggravare ulteriormente quella che è già una delle situazioni più critiche di tutti i popoli indigeni del Brasile” ha commentato Stephen Corry, direttore generale di Survival International. “Oggi la compagnia sa di cosa è capace il suo partner brasiliano, e ci auguriamo che non voglia essere coinvolta nello sconvolgente furto della terra dei Guarani.”

Survival ha scritto alla Shell portando alla sua attenzione le attività della Cosan che violano apertamente i suoi principi-guida, ovvero la ‘Statement of General Business Principles’.

Leggi il ‘Codice di condotta etico’ di Cosan.

Scarica il rapporto inviato da Survival alle Nazioni Unite sulla situazione dei Guarani del Mato Grosso do Sul (in inglese).

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