La Banca Europea per gli Investimenti rinuncia a finanziare la diga Gibe III

5 agosto 2010

Le donne Mursi amano indossare un piattello alle labbra. Viene indossato prima del matrimonio, intorno all’età di 16 anni. © Eric Lafforgue/Survival

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La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) ha reso noto di non essere più interessata a finanziare Gibe III, la più alta diga dell’Africa oggetto di vaste critiche e preoccupazioni internazionali per i devastanti effetti che potrebbe avere sulla sicurezza alimentare di almeno otto tribù etiopi.

In una nota ufficiale, la BEI afferma di essersi ritirata da Gibe III perché il governo etiope avrebbe trovato fonti alternative di finanziamento. Tuttavia, la banca dell’Industria e del Commercio cinese (ICBC) identificata come tale potenziale finanziatore, ha recentemente precisato che l’accordo non è ancora stato siglato e che è non è certo che ci sarà.

Prima di ritirarsi, la BEI ha commissionato e completato una revisione degli studi di impatto sociale e ambientale esistenti. La revisione conferma le preoccupazioni espresse da Survival e altre associazioni secondo cui la diga potrebbe sconvolgere le vite delle popolazioni indigene che vivono nella bassa valle dell’Omo e minacciare la sicurezza alimentare di centinaia di migliaia di persone. Lo studio riconosce anche che le tribù coinvolte non sono state adeguatamente consultate.

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