Giornata mondiale del turismo responsabile: Survival chiede il boicottaggio del Botswana

5 novembre 2014

I manifestanti hanno distribuito volantini al World Travel Market di Londra e hanno chiesto il boicottaggio del turismo in Botswana fino a quando i Boscimani non potranno vivere in pace nella propria terra. © Sophie Pinchetti/Survival

Questa pagina è stata creata nel 2014 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

I sostenitori di Survival International, il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni, hanno chiesto ai visitatori del World Travel Market di Londra di boicottare il turismo in Botswana. Il paese, infatti, continua a perseguitare gli ultimi cacciatori Boscimani d’Africa.

In occasione della giornata mondiale del turismo responsabile i manifestanti hanno distribuito volantini ai visitatori dell’evento più importante dell’industria turistica, a cui anche l’Organizzazione del Turismo in Botswana partecipa con uno stand. Il Botswana promuove attivamente i viaggi nel territorio ancestrale dei Boscimani, nella CKGR, ma allo stesso tempo, impedendogli di cacciare, li riduce alla fame per costringerli ad abbandonare la loro terra.

All’inizio dell’anno, il governo del Botswana ha imposto un divieto di caccia nazionale senza consultare i Boscimani. Ora vengono accusati di “bracconaggio” perché cacciano per nutrirsi. E rischiano arresti, pestaggi, torture e morte, mentre i cacciatori di trofei paganti sono incoraggiati a uccidere giraffe e zebre nei ranch privati.

“Il Presidente Ian Khama e suo fratello Tshekedi hanno deciso il divieto senza consultarci” ha dichiarato il Boscimane Roy Sesana. “È stata una mossa calcolata per affamarci e costringerci a lasciare la CKGR. Sanno che dipendiamo dalla caccia e hanno deciso di vietarla all’interno della riserva.”

Non esistono prove che i metodi di caccia dei Boscimani non siano sostenibili. © Philippe Clotuche/Survival

E mentre viene elogiato dalle organizzazioni di conservazione internazionali, il Presidente del Botswana Ian Kahma ha autorizzato il fracking e, di recente, l’apertura di una miniera di diamanti nel territorio dei Boscimani.

Nel corso di una recente intervista rilasciata al quotidiano britannico The Guardian, il Presidente Khama ha mostrato il suo disprezzo per i Boscimani dichiarando che vivono “secondo uno stile di vita assolutamente estinto… assolutamente arretrato”. Ha inoltre affermato che sono responsabili di “gravi perdite nella fauna” della riserva.

Non vi sono prove che i metodi di caccia dei Boscimani non siano sostenibili. Al contrario, uno studio condotto tra il 1986 e il 1996 ha rivelato che il numero di esemplari di alcune specie di antilopi cacciate dai Boscimani è cresciuto.

Più di 8.000 persone si sono impegnate a non visitare il Botswana fino a quando ai Boscimani non sarà permesso vivere liberamente nella propria terra; anche diverse agenzie di viaggio si sono unite al boicottaggio.

“I popoli indigeni vengono descritti come arretrati e primitivi semplicemente perché il loro stile di vita è diverso”, ha dichiarato oggi Stephen Corry, Direttore generale di Survival. “È un modo per giustificare il furto delle loro terre e risorse nel nome del ‘progresso’ e della ‘civilizzazione’. Le affermazioni del Presidente Khama non sono nulla di nuovo: riflettono pregiudizi e razzismo tipici dell’era coloniale, che già da molto tempo avrebbe dovuto essere destinato ai libri di storia.”

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