I Boscimani del Kalahari lanciano un appello al Dalai Lama

11 agosto 2017

Sua Santità il Dalai Lama dovrebbe visitare il Botswana il 17 Agosto 2017. © Dominick Tyler

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I Boscimani della Central Kalahari Game Reserve in Botswana hanno scritto un appello commuovente al Dalai Lama, che questo mese visiterà il Botswana, criticando il governo del loro paese per le sue politiche brutali e chiedendogli di far sentire la propria voce.

“Non possiamo ancora vivere liberamente nella nostra terra. Il governo fa in modo che i figli, quando sono cresi, debbano chiedere dei permessi per poter visitare i propri genitori. Siamo preoccupati da ciò che il governo farà quando quei genitori saranno morti” ha affermato nella lettera il portavoce boscimane Jumanda Gakelebone.

“Il governo ci proibisce ancora di cacciare e ha introdotto una politica dello sparare a vista contro i bracconieri. L’anno scorso un elicottero della polizia ha sparato su un gruppo di Boscimani che stava cacciando. Alcuni di loro sono stati spogliati e picchiati.

La gente loda il presidente Khama [il presidente del Botswana] come un eroe della conservazione quando ignora la nostra lotta e le corti stesse del nostro paese. Eppure il suo governo è lieto che nella nostra terra ancestrale vengano portate avanti le attività minerarie.”

Centinaia di Boscimani sono stati sfrattati dal Kalahari e spostati in campi di reinsediamento governativi. © Survival International

“Siamo i primi abitanti del Kalahari. Siamo noi ad aver protetto questa terra e gli animali che vi abitano. Perché la ‘conservazione’ ci ha portato così tanta sofferenza?” continua nella lettera.

Tra il 1997 e il 2002, dopo la scoperta di diamanti nel Kalahari, centinaia di famiglie boscimane sono state sfrattate illegalmente dalle loro terre ancestrali nel nome della conservazione e sono state spostate in campi di reinsediamento governativi.

Sebbene i Boscimani abbiano ottenuto il riconoscimento del loro diritto a ritornare nella riserva grazie a una sentenza storica della Corte Suprema nel 2006, il paese non ha ancora rispettato tale decisione. A molti Boscimani viene negato l’accesso alla loro terra tramite un meccanismo brutale di permessi.

Sono anche accusati di “bracconaggio” perché cacciano per nutrire le loro famiglie, e rischiano arresti e pestaggi, torture e morte per via del divieto nazionale di caccia.

Survival International conduce una campagna internazionale per i diritti dei Boscimani e chiede che il governo del Botswana permetta loro di determinare autonomamente il loro futuro.

“Il presidente del Botswana ha violato la sentenza della Corte Suprema del suo paese e ha calpestato i diritti dei Boscimani per più di un decennio” ha affermato il Direttore generale di Survival, Stephen Corry. “Nessun osservatore indipendente crede che i Boscimani possano costituire alcun tipo di rischio per la fauna selvatica del paese, eppure la caccia gli è ancora vietata, e sono obbligati a ottenere permessi semplicemente per vedere i propri parenti. È una macchia terribile per la reputazione del paese che non svanirà fino a quando i Boscimani non saranno trattati con umanità e rispetto.”

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