Riprende il processo agli assassini del leader guarani Marcos Veron

18 febbraio 2011

Il leader guarani Marcos Veron, assassinato nel 2003. © João Ripper/Survival

Questa pagina è stata creata nel 2011 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Il processo a carico di tre uomini accusati di aver ucciso il famoso leader dei Guarani Kaiowá Marcos Veron, è pronto a ricominciare lunedì a San Paolo del Brasile.

Marcos Veron, leader molto conosciuto e stimato anche a livello internazionale, era stato picchiato a morte nel 2003 da uomini armati al soldo di un allevatore locale. Aveva guidato la sua comunità alla rioccupazione della terra ancestrale. “Questa è la mia vita, la mia anima” disse un giorno. “Se mi allontanerete da questa terra, mi toglierete la vita”.

“Il processo non ci restituirà nostro padre e il nostro leader” ha dichiarato la figlia di Veron, Valdelice, “ma ci restituirà la nostra dignità e il rispetto come esseri umani, come un popolo che ha il diritto di essere diverso”.

Gli imputati Estevão Romero, Carlos Roberto dos Santos e Jorge Cristaldo Insabralde, tutti dipendenti del proprietario del ranch che occupava la terra della comunità di Veron, sono accusati di omicidio, arresti arbitrari, frode procedurale e altri crimini.

L’ufficio del Procuratore Generale del Brasile, che ha portato il caso in tribunale, lo ha definito un processo “storico” perché è la prima volta che persone accusate di aver ucciso un Indiano nello stato del Mato Grosso do Sul vengono portate in giudizio.

L’avvio del processo era previsto nell’aprile dello scorso anno, ma fu poi rinviato due volte. La prima perché l’avvocato di uno degli imputati dichiarò di dover iniziare una psicoterapia della durata di venti giorni, e la seconda perchè il giudice si rifiutò di ascoltare i testimoni rilasciare le loro deposizioni in lingua guarani.

Gran parte della terra dei Guarani è stata convertita in allevamenti di bestiame e piantagioni di soia e canna da zucchero. Lo scorso anno, il gigante dell’energia Shell ha stretto un accordo di collaborazione con la società che produce biocarburanti Cosan, che sta comprando la canna da zucchero prodotta sulla terra sottratta ai Guarani.

Molti Guarani vivono in condizioni spaventose all’interno di riserve sovraffollate e alcuni di loro sopravvivono a stento accampati ai margini delle strade. Le loro comunità sono flagellate da tassi di denutrizione, violenza e suicidio elevatissimi, denunciati anche da Survival in un rapporto inviato l’anno scorso alle Nazioni Unite.

Stanchi di aspettare l’intervento delle autorità – che dovrebbero per legge demarcare e proteggere le loro terre, talvolta i Guarani decidono di rioccupare le loro terre ancestrali, come aveva fatto anche la comunità di Veron.

Ma i leader indiani che guidano queste rioccupazioni, dette retomada, sono sistematicamente picchiati o anche uccisi da sicari che spesso restano impuniti.

“La famiglia di Marcos Veron e la sua comunità hanno dovuto sopportare una lunga e penosa attesa prima di veder ricominciare il processo” ha dichiarato oggi Stephen Corry, direttore generale di Survival International. “Ora sperano che i killer siano consegnati alla giustizia e che la terra dei Guarani sia demarcata e protetta. Veron lo desiderava più di qualsiasi altra cosa, e per questo ha dato anche la sua vita.”

Survival sta aiutando un gruppo di Guarani a raggiungere la capitale San Paolo per partecipare al processo.

Note agli editori:
Nel novembre 2000 Marcos Veron venne in Italia e denunciò l’assassinio dei leader del suo popolo impegnati nella difesa dei diritti territoriali dei Guarani nel corso di una conferenza stampa in Campidoglio, a Roma.

La trama del celebre film di Marco Bechis Birdwatchers – La terra degli uomini rossi, che vede come suoi attori protagonisti gli stessi Guarani Kaiowá, è in parte ispirata alla drammatica storia di Marcos Veron.

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