Relatrice ONU lancia l’allarme: gli Indiani brasiliani rischiano il genocidio

27 settembre 2016

La Relatrice Speciale delle Nazioni Unite ha denunciato che il governo brasiliano non sta proteggendo i diritti dei popoli indigeni del paese. © Fiona Watson/Survival

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La Relatrice delle Nazioni Unite per i popoli indigeni, dopo aver visto in prima persona le scioccanti condizioni in cui vivono, ha riferito che il governo brasiliano non sta proteggendo i diritti dei popoli indigeni del paese. Molte tribù del paese subiscono violenza genocida da parte di esterni intenzionati a derubarle di terre e risorse.

Victoria Tauli-Corpuz, la Relatrice Speciale ONU sui diritti dei popoli indigeni, ha posto l’accento sul “deterioramento della tutela dei diritti dei popoli indigeni” in Brasile, e ha sottolineato che: “Nonostante le difficoltà che (gli indigeni brasiliani) hanno sopportato, rimangono risoluti a mantenere le loro terre… e a determinare autonomamente il loro futuro.”

Molte tribù soffrono di malattie e malnutrizione, le comunità subiscono attacchi e i loro leader sono assassinati. Secondo un nuovo rapporto della ONG brasiliana CIMI, nel 2015 sono stati uccisi 137 Indiani brasiliani.

La settimana scorsa diversi leader indigeni si sono recati a Ginevra per partecipare a un incontro durante il quale Tauli-Corpuz ha presentato la sua ricerca.

“Non abbiamo acqua ne cibo adeguati. Siamo esseri umani, ma ci spruzzano pesticidi come se fossimo parassiti… Nonostante l’uccisione dei nostri leader e il massacro del nostro popolo, continuiamo a combattere per la nostra ‘tekoha’ (terra ancestrale)” ha dichiarato alle Nazioni Unite Eliseu Lopes, leader guarani.

I Guarani sono costretti a vivere ai margini delle strade a causa del 'furto della loro terra ancestrale da parte di esterni, e i loro leader. © Fiona Watson/Survival

I Guarani sono costretti a vivere in condizioni terribili ai margini delle strade e in campi sovraffollati perché le loro terre sono state derubate per far posto a piantagioni su larga scala. I Guarani e decine di altre tribù stanno protestando contro il ‘PEC215’, un emendamento alla costituzione che – se approvato – indebolirebbe drasticamente i loro diritti rendendo quasi impossibile il ritorno alla terra ancestrale.

La delegazione indigena ha lanciato un appello per chiedere che le loro terre siano difese con urgenza. Il loro futuro è a rischio perché i politici anti-indigeni stanno guadagnando terreno all’interno del Congresso. Il Presidente Temer ha minacciato ulteriori tagli al budget del FUNAI che impedirebbero al Dipartimento brasiliano agli Affari Indigeni di svolgere il suo lavoro, lasciando i territori indigeni alla mercé degli invasori.

Survival e i suoi sostenitori in tutto il mondo stanno chiedendo che il PEC215 venga abbandonato e che i diritti territoriali indigeni siano rispettati. Senza la loro terra, i popoli indigeni rischiano la catastrofe.

Nel suo rapporto, Tauli-Corpuz ha anche sottolineato che i popoli indigeni sono i migliori conservazionisti e custodi del mondo naturale. Ma in molti casi sono sfrattati illegalmente dalle loro terre ancestrali nel nome della conservazione.

Tauli-Corpuz ha fatto notare che spesso i tentativi di conservazione sono stati “associati a violazioni dei diritti umani nei confronti dei popoli indigeni in diverse parti del mondo” e ha chiesto che “gli Stati e le organizzazioni della conservazione promuovano attivamente i diritti dei popoli indigeni”.

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