Picchiati i leader boscimani arrestati

28 settembre 2005

Questa pagina è stata creata nel 2005 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Si è saputo oggi che i Boscimani arrestati il 24 settembre sono stati picchiati mentre erano in stato di fermo. A compiere il crimine sono stati gli ufficiali di polizia, tra cui anche il soprintendente del distretto.

Erano stati arrestati perché avevano tentato di portare acqua e cibo ai loro parenti rimasti all'interno della Riserva del Kalahari Centrale (CKGR).

I Boscimani picchiati rappresentano la First People of Kalahari, un'organizzazione locale che si batte per il diritto dei Gana e Gwi di tornare nelle terre ancestrali.

Questa mattina, un portavoce dell'organizzazione ha dichiarato: "Durante il periodo di arresto la polizia ha picchiato cinque persone. È chiaro che il governo ci sta prendendo di mira". Tra uomini brutalmente pestati c'è anche il leader boscimane Roy Sesana: "Sesana" continua il testimone, "era seduto in macchina. Ha alzato le mani. Lo hanno ammanettato, poi Ishmael [il soprintendente della polizia] lo ha preso a pugni sulle cosce. Quando è caduto a terra i poliziotti gli sono saltati sopra con i loro scarponi pesanti".

La polizia ha iniziato a lanciare gas lacrimogeni e a sparare contro i Boscimani che tentavano di entrare nella Riserva.

I proiettili hanno colpito uno di loro alla mascella e si ha ragione di credere che sia ferito molto gravemente.

I Boscimani erano completamente disarmati.

In totale sono stati arrestati 28 Boscimani, che hanno passato quattro giorni in prigione. Sono stati rilasciati ieri su cauzione.

Rischiano ora di essere multati per "assembramento illegale" e, se fossero condannati, potrebbero essere imprigionati per un anno.

Sette tra i detenuti erano bambini, tra cui un neonato di soli sette mesi.

Un altro portavoce Boscimane oggi ha dichiarato: "Non importa che cosa ci faranno, noi continueremo a lottare pacificamente per i nostri diritti territoriali".

Sono disponibile immagini filmate e fotografie.
Per ulteriori informazioni, Francesca Casella, [email protected]

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