Ordine di chiusura per un’organizzazione indigena russa

22 novembre 2012

Un uomo Khanti in Siberia. © Jon Spaull

Questa pagina è stata creata nel 2012 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Ennesimo giro di vite da parte del governo russo contro l’attività delle ong del paese.

Il Ministro della Giustizia ha annunciato una sospensione di sei mesi per la RAIPON (Associazione Russa dei Popoli Indigeni del Nord) perché il suo statuto non sarebbe più in linea con la legge federale.

Le normative che regolano le ONG russe vengono cambiate di frequente con il probabile obiettivo di permettere allo stato di controllare le organizzazioni con collegamenti internazionali. La RAIPON si è sforzata di mantenere il suo statuto allineato alla legge, ma il governo l’ha bocciata.

La RAIPON è stata costituita nel 1990 e rappresenta 41 gruppi indigeni per un totale di 270.000 persone. Ha dato una voce ai popoli tribali in alcuni dei luoghi più remoti e inospitali della terra. L’organizzazione ha lavorato a stretto contatto con Survival International per molti anni sostenendo i diritti dei popoli indigeni russi.

La RAIPON è anche membro del Consiglio Artico, un forum inter-governativo per governi e popoli artici. La sospensione della RAIPON è giunta alla vigilia di una riunione del Consiglio a cui, per la prima volta, l’associazione non ha potuto partecipare. Il governo canadese, che attualmente dirige il Consiglio Artico, si è unito agli altri membri nell’esprimere “preoccupazione” per il provvedimento.

Molti considerano la sospensione come un tentativo di reprimere l’opposizione allo sfruttamento delle risorse naturali della Russia in Siberia. In agosto, la RAIPON, insieme ad altri rappresentanti dei popoli indigeni del nord della Russia, ha appoggiato la richiesta di vietare la produzione di petrolio in zone dell’Artico tradizionalmente utilizzate dagli indigeni.

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