I popoli indigeni chiedono al Regno Unito di ratificare la legge che ‘garantirà’ la loro sopravvivenza

29 maggio 2012

I Samburu del Kenya hanno sollecitato il Regno Unito a ratificare la ILO 169. © Survival

Questa pagina è stata creata nel 2012 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Tribù di quattro continenti hanno sollecitato la Gran Bretagna a ratificare la convenzione internazionale che “garantirà” la loro sopravvivenza.

È la prima volta che un gruppo di rappresentanti tribali rivolge un appello così diretto, che riflette l’urgente necessità di un’approvazione a livello internazionale della legge.

Attualmente sono 22 i paesi che hanno già ratificato la Convenzione ILO 169, l’unica legge internazionale legalmente vincolante progettata per proteggere i diritti dei popoli tribali.

La ILO 169 riconosce ai popoli tribali il diritto di possedere la terra su cui vivono e di prendere decisioni sui progetti che li coinvolgono; inoltre assicura loro libertà e uguaglianza.

Rappresentanti indigeni africani, del Papua occidentale, brasiliani, russi, così come reti indigene con sede nel Regno Unito, hanno inviato una lettera al Ministro degli Esteri britannico William Hague.

I firmatari sollecitano il Regno Unito a creare un precedente appoggiando una legge che non solo salverà le vite dei popoli tribali, ma preserverà anche preziosi eco-sistemi. La lettera ricorda al Regno Unito che, anche se non ha all’interno dei suoi confini popoli indigeni o tribali, “compagnie britanniche operano su terre indigene (e) aiuti in denaro britannici finanziano progetti sui territori tribali”.

“Per secoli i popoli indigeni sono stati brutalizzati, costretti a lasciare la loro terra, assassinati, marginalizzati e venduti come schiavi” ha commentato oggi Stephen Corry, direttore generale di Survival International. “Storicamente i britannici hanno avuto un ruolo determinante in questi abomini che hanno condotto all’estinzione di innumerevoli popoli. Oggi la Gran Bretagna può scegliere di ratificare la sola legge che impedirà simili genodici. È giunto il momento che lo faccia”.

Nota agli editori:

Scarica il testo della lettera inviata al Ministro degli Esteri William Hague

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