Dieci anni dopo, la strada illegale per i safari umani è ancora aperta

3 maggio 2012

La strada illegale che permette i “safari umani” rimane aperta 10 anni dopo la sentenza che ne ordinava la chiusura. © G Chamberlain/ Survival

Questa pagina è stata creata nel 2012 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Esattamente dieci anni dopo l’ordine di chiusura emesso dalla Corte Suprema dell’India, la strada delle Andamane al centro dello scandalo dei “safari umani” è ancora aperta.

La Andaman Trunk Road (ATR) passa attraverso la riserva della tribù degli Jarawa ed è stata condannata a livello internazionale perché ne facilita lo sfruttamento.

La pratica dei ‘safari umani’, con cui viene offerta ai turisti l’opportunità di “avvistare” gli Jarawa come fossero animali in un parco, è stata denunciata per la prima volta da Survival nel 2010.

Le prove raccolte dimostrano che dai finestrini delle auto venivano lanciati dolci e biscotti sulla strada per far avvicinare gli Jarawa.

Come testimoniato anche dal quotidiano britannico The Observer, i turisti entrano nella riserva per guardare e filmare la tribù con la complicità della polizia.

La Corte Suprema dell’India aveva ordinato all’amministrazione delle Andamane di chiudere la strada ATR nel maggio 2002. Le autorità delle Isole si rifiutarono.

I turisti vengono sollecitati a boicottare la strada e a fermare lo sfruttamento della tribù. © Survival

La campaigner di Survival Sophie Grig è ora nelle Andamane per chiedere la chiusura della strada e la realizzazione di una via di comunicazione alternativa.

“Le autorità delle Andamane potrebbero adottare misure per cercare di controllare l’uso della strada” ha commentato oggi Stephen Corry, Direttore generale di Survival International, “ma è chiaro che questi provvedimenti non risolverebbero il problema alla radice. La realtà è che nella riserva entrano ancora 250 veicoli al giorno. L’unico modo per garantire agli Jarawa la sicurezza e la libertà di scegliere il loro stile di vita è quello di chiudere questa strada illegale”.

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