Il Perù approva una legge sui diritti indigeni senza il consenso degli Indiani

4 aprile 2012

La nuova legge era attesa sin dai tragici incidenti avvenuti a Bagua, nel Perù settentrionale. © Marijke Deleu and Thomas Quirynen

Questa pagina è stata creata nel 2012 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Questa settimana il Perù ha pubblicato la tanto attesa Legge sulla Consultazione Prioritaria promessa da Ollanta Humala l’anno scorso, all’inizio della sua presidenza.

La legge dovrebbe servire a rafforzare la Convenzione ILO 169, la sola legge internazionale che tutela i diritti dei popoli indigeni, ratificata dal Perù nel 1993.

Tuttavia, è stata categoricamente respinta da alcune delle più importanti organizzazioni indigene dopo mesi di intenso dibattito.

Uno dei suoi punti più contestati è la decisione delle autorità di consultare i popoli indigeni sui progetti che interesseranno le loro terre e i loro diritti solo dopo la firma dei contratti con le aziende coinvolte.

Un’altra clausola che ha scatenato forti contestazioni è quella che rende la consultazione “non necessariamente vincolante”, il che significa che un progetto respinto dagli indigeni può comunque andare avanti

In molte parti del Perù, i popoli indigeni, comprese le tribù incontattate, si sono visti suddividere le loro terre in concessioni per il petrolio o il gas, o messe all’asta per la costruzione di dighe idroelettriche.

Nonostante molte compagnie in Perù dichiarino il loro rispetto per le leggi sui diritti indigeni, molte usano la forza o la coercizione per garantire il via libera ai loro progetti.

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