“Chiuso” il caso contro il leader amazzonico Alberto Pizango

29 giugno 2011

Albero Pizango, leader dei diritti indigeni e presidente dell’AIDESEP. © AIDESEP

Questa pagina è stata creata nel 2011 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Dopo due anni di dibattimenti, il caso intentato contro il leader dell’organizzazione degli Indiani amazzonici del Perù è stato archiviato.

Alberto Pizango era stato costretto all’esilio dopo i violenti scontri verificatisi nel giugno 2009 a Bagua tra i manifestanti indigeni e la polizia, provocando 33 morti.

La violenza era esplosa dopo mesi di malcontento da parte degli Indiani che temevano che la nuova legislazione governativa avrebbe compromesso i loro diritti territoriali.

Pizango era stato accusato di “sedizione, cospirazione e ribellione” ma questo mese il giudice Oscar Atilio Quispe Cama ha annunciato la sospensione delle accuse, così come quelle a carico dei leader indigeni Saúl Puerta Peña, Cervando Puerta Peña e Teresita Antazú Lopez.

In aprile tre alti funzionari della polizia e ufficiali dell’esercito sono stati citati in giudizio, sempre in relazione al massacro avvenuto nella regione di Bagua, nel Perù settentrionale.

“La decisione della corte è un grande sollievo per gli Indiani e per coloro che si sono battuti per la loro integrità” ha commentato oggi Stephen Corry direttore generale di Survival International, “ma i problemi che stanno all’origine di questo terribile evento persistono: la terra degli Indiani continua a essere soggetta a progetti di sviluppo promossi senza il loro consenso”.

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