Indignazione per l’approvazione della mega diga Belo Monte

3 giugno 2011

Centinaia di leader indigeni brasiliani, di abitanti del fiume e di persone che subiranno l’impatto della diga si sono riuniti per discutere e protestare contro il progetto Belo Monte, che comprometterà il loro stile di vita. © Antonio Bonsorte/Amazon Watch

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L’IBAMA, l’agenzia brasiliana per l’ambiente, ha dato il via libera alla costruzione della controversa mega-diga Belo Monte.

Nonostante la strenua opposizione da parte dei popoli indigeni, dei movimenti sociali e degli scienziati, lo scorso primo giugno l’IBAMA ha rilasciato la licenza ambientale con cui il consorzio Norte Energia potrà far partire il cantiere.

La COIAB, un’alleanza che raggruppa diverse organizzazioni indigene dell’Amazzonia brasiliana, ha dichiarato di “respingere con forza e profonda indignazione la decisione dell’IBAMA”, sottolineando il fatto che il governo non accetta il dialogo con i popoli indigeni e tratta i loro interessi con “un autoritarismo mai visto prima nella nostra giovane democrazia… Quello che vuole veramente il governo, con questo modello di sviluppo, è distruggere le comunità indigene”. Prosegue infine con un avvertimento: “Il movimento indigeno è pronto, e la nostra forza è quella del fiume Xingu”.

La determinazione del governo a procedere ad ogni costo sfida sia la legge nazionale sia quella internazionale.

Alcuni procuratori federali brasiliani hanno depositato un ricorso legale contro la diga; lo scorso maggio la Commissione inter-americana per i diritti umani aveva chiesto alle autorità del paese di consultare tutte le comunità indigene interessate dalla diga prima dell’inizio dei lavori di costruzione, così come previsto sia dalla legge brasiliana sia da quella internazionale.

Gli Indiani chiedono la sospensione di tre controversi progetti idroelettrici. © Survival International

La Commissione, inoltre ha richiesto che il Brasile adotti con urgenza ‘misure complete’ per proteggere gli Indiani incontattati che vivono nell’area e per prevenire la diffusione di malattie.

Per tutta risposta, il governo brasiliano ha minacciato di uscire dalla Commissione e ha ignorato le richieste di piena consultazione delle comunità indigene coinvolte.

L’Associazione Antropologica del Brasile ha espresso il suo sgomento in un comunicato in cui afferma che la licenza rilasciata dell’IBAMA conta ben 75 condizioni, ma “non vengono menzionati nemmeno una volta né i popoli indigeni né progetti ambientali rivolti alle loro comunità”.

“Non cederemo di un millimetro” ha dichiarato il Movimento Xingu Vivo para Sempre [Lunga Vita al Movimento Xingu], un grande sodalizio tra organizzazioni sociali e ambientali nella regione del fiume Xingu. “Ad ogni errore, ad ogni bugia, la nostra indignazione crescerà, al pari della nostra forza.”

Belo Monte sarà la terza diga più grande al mondo: se costruita saranno devastati oltre 1500 km2 di terra e saranno drasticamente ridotte le riserve di pesce e acqua pulita da cui dipende la sopravvivenza di numerose tribù dell’area.

Indiani del Brasile
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