Belo Monte: arrivano i bulldozer

10 marzo 2011

Gli Indiani amazzonici chiedono che sia fermata la costruzione della diga Belo Monte. © Survival International

Questa pagina è stata creata nel 2011 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Nell’Amazzonia brasiliana, gli operai hanno cominciato a spianare la terra con i bulldozer. Nei giorni scorsi, la Norte Energia, la compagnia costruttrice della tanto contestata diga Belo Monte, ha inviato i suoi operai nel sito della diga per iniziare la costruzione del cantiere e delle infrastrutture previste dal progetto.

I lavori sono partiti grazie ad una “parziale” licenza d’installazione rilasciata dall’agenzia brasiliana per l’ambiente in gennaio. I permessi erano stati ritirati per mancanza di conformità agli standard ambientali previsti, ma la settimana scorsa una nuova sentenza ha annullato la sospensione.

Se costruita, la Belo Monte diventerà la terza diga più grande al mondo. Potrebbe devastare un’ampia area della foresta e compromettere la fauna ittica da cui migliaia d’indigeni dipendono per sopravvivere

Centinaia di Indiani appartenenti a diverse tribù continuano a protestare. Se la giga sarà realizzata, i popoli indigeni coinvolti minacciano di trasformare lo Xingu in un “fiume di sangue” e di essere pronti a dare il via a una “guerra”.

La settimana scorsa, tre Indiani amazzonici – due donne e un uomo – hanno manifestato a Londra davanti agli uffici della banca dello sviluppo brasiliana BNDES, che sta fornendo la maggior parte dei finanziamenti.

“Le dighe ci arrecheranno un danno culturale, sociale e ambientale irreversibile” ha dichiarato Sheyla Juruna, della tribù degli Juruna, a proposito della Belo Monte e di altre dighe. “Investendo nella loro costruzione, la BNDES investe nella distruzione dell’Amazzonia. Siamo trattati come animali – e ci vediamo violare tutti i nostri diritti.”

Il mese scorso gli Indiani hanno consegnato una petizione firmata da mezzo milione di persone al nuovo presidente del Brasile, Dilma Rousseff, sollecitandola a mettere fine a questo “disastroso” progetto.

Lunedì 14 marzo gli Indiani della regione dello Xingu parteciperanno a una spedizione di pesca collettiva in segno di protesta.

Per l’avanzamento dei lavori sono necessarie altre licenze.

Indiani del Brasile
Popolo

Condividere