Bangladesh: terrore tra gli Jumma vittime di attacchi violenti

17 febbraio 2011

I figli di Buddhapati Chakma, uccisa dai soldati, parlano ai giornalisti locali dopo gli attacchi dell’anno scorso. © Satrong Chakma

Questa pagina è stata creata nel 2011 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

NOTIZIA DELL’ULTIMA ORA:

Survival ha saputo che oggi, 17 febbraio, alcuni coloni bengalesi hanno attaccato i villaggi degli Jumma nelle Chittagong Hill Tracts riducendo in cenere almeno 23 case e lasciando sul campo due persone ferite. Gli attacchi sono stati sferrati dopo la morte di un colono bengalese della zona. Le circostanze della morte dell’uomo sono sconosciute, ma pare che non siano state trovate tracce di ferite sul suo corpo, e che soffrisse di epilessia. I rappresentanti degli Jumma accusano la polizia e il personale militare di non hanno fatto nulla per fermare le violenze.


Domenica prossima ricorre il primo anniversario di un violento attacco al popolo tribale degli Jumma da parte dei coloni e dei soldati delle Chittagong Hill Tracts del Bangladesh. Durante le violenze del 20 febbraio 2010 furono uccisi due Jumma, un uomo e una donna, feriti 25 indigeni e date alle fiamme 450 case.

Prima degli attacchi, c’era stato un clima di crescente tensione tra gli Jumma e i coloni bengalesi che si stavano espandendo nelle terre indigene con il sostegno dell’esercito. Nel corso degli ultimi sessant’anni il governo del Bangladesh ha trasferito centinaia di migliaia di coloni nelle Hill Tracts. Gran parte degli Jumma sono stati sfrattati e hanno anche subito una violenta repressione da parte dell’esercito.

Malgrado l’indignazione internazionale e la condanna da parte delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea, non è mai stata compiuta nessuna inchiesta ufficiale sull’accaduto e non sono stati indagati né i soldati né i coloni. Ma quattro giovani Jumma furono arrestati e torturati dall’esercito e poi rilasciati su cauzione.

A dispetto delle promesse governative di risarcimento e nuove abitazioni, gli Jumma che persero le loro case nel corso degli attacchi vivono ancora oggi in ripari di fortuna.

Le organizzazioni umanitarie, tra cui l’United Nations Development Programme (UNDP), hanno avuto il divieto di lavorare nell’area. E pare che le attività dei militari e dei servizi segreti siano drammaticamente aumentate.

“Spesso le forze militari pattugliano e perquisiscono l’area del Baghaihat” ha raccontato uno Jumma a Survival. “Le perquisizioni delle case, gli arresti e le torture ai danni del popolo Jumma da parte delle forze militari continuano senza sosta”.

Nel 1997 il governo e gli Jumma avevano firmato un accordo di pace che impegnava il governo a smantellare i campi militari allestiti nella regione e a mettere fine al furto della terra degli Jumma da parte dei coloni e dell’esercito. L’accordo aveva alimentato le speranze, ma nelle Chittagong Hill Tracts i campi militari rimangono attivi e le violenze e il furto delle terre continuano.

“È scandaloso constatare che oggi, quattordici anni dopo la firma dell’accordo di pace, le Chittagong Hill Tracts siano ancora flagellate da uccisioni, torture, furti di terra e incendi” ha commentato oggi Stephen Corry, direttore generale di Survival International.“Il popolo degli Jumma merita di poter vivere in pace sulla sua terra”.

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