Indagine scientifica dimostra che le credenze spirituali indigene preservano le foreste

3 dicembre 2010

Makuxi con il tradizionale abito paishara durante l’incontro tenutosi a Bismark per discutere delle loro rivendicazioni territoriali. Raposa Serra do Sol, Brasile. © Fiona Watson/Survival

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Un recentissimo studio suggerisce che le credenze culturali indigene, come lo sciamanesimo, contribuiscono a preservare le foreste pluviali e la loro fauna.

Il rapporto è il risultato di una vasta ricerca effettuata da un gruppo di scienziati insieme agli indigeni Wapishana e Makuxi della Guyana, formati per censire la popolazione animale.

L’équipe ha percorso più di 40.000 km del sud della Guyana per mappare le zone di caccia e le aree spiritualmente importanti, e per studiare i percorsi degli animali selvatici.

Le loro analisi, basate sulla raccolta di un’enorme quantità di dati, mostrano che più del 99% delle battute di caccia avvengono a oltre 500 metri di distanza dai siti spiritualmente rilevanti.

Sembra che i racconti degli sciamani regolino “chi va a caccia, perché ci va, per quanto tempo segue le prescrizioni e come queste influenzino dieta e pratiche di caccia” ha spiegato uno dei co-autori, Jose Fragoso, biologo dell’università di Stanford (California).

“Grazie alle loro regole di organizzazione sociale e culturale, le pratiche di caccia non sono così intense quanto potrebbero esserlo” ha dichiarato Fragoso. “Non sembrano aver provocato né estinzioni né drammatiche riduzioni di esemplari di alcuna specie”.

Secondo Jeff Luzar, antropologo dell’Università di Stanford, “i Wapishana e i Makuxi sembrano essere eccellenti custodi delle loro risorse”.

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