Survival sollecita l’Unione Europea a rispettare i diritti delle tribù del Borneo

26 maggio 2010

Taglialegna sistemano tronchi abbattuti nella terra dei Penan. © Andy Rain/Nick Rain/Survival

Questa pagina è stata creata nel 2010 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Survival International sta sollecitando l’Unione Europea a non firmare un accordo sullo sfruttamento del legname con la Malesia a meno che il governo malese non riconosca i diritti dei popoli indigeni alla loro terra, nell’isola del Borneo.

La Malesia sta cercando di persuadere l’Unione Europea ad accettare un suo impegno volontario a conformare lo sfruttamento del legname agli standard europei. Ma i popoli indigeni temono che l’accordo non terrà conto delle inadempienze del governo del Sarawak nel riconoscere e rispettare i loro diritti.

Per decenni il governo del Sarawak – la parte malese del Borneo – ha rilasciato licenze di taglio del legname sulla terra dei popoli indigeni senza aver mai chiesto il loro libero, informato e prioritario consenso. Le attività delle compagnie del legname hanno un effetto devastante sui cacciatori-raccoglitori Penan che stanno assistendo alle distruzione delle loro terre e delle foreste da cui dipende la loro sopravvivenza.

I gruppi indigeni malesi chiedono anche all’UE di non firmare nessun accordo a meno che esso non “costringa” il governo malese a riconoscere il diritto dei popoli indigeni alla loro terra.

“Survival sollecita l’Unione Europea a non firmare nessun VPA [accordo di collaborazione volontaria] con la Malesia fino a quando il suo governo non avrà riconosciuto e sostenuto i diritti dei popoli indigeni alla proprietà della loro terra” ha scritto Stephen Corry, Direttore Generale di Survival International, nella lettera ai funzionai dell’UE, “e finché non sarà stato fermato il disboscamento della terra dei Penan effettuato senza il loro libero, informato e prioritario consenso”.

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