Negoziati in corso tra Malesia e UE sullo sfruttamento forestale. Chiesto il rispetto dei diritti indigeni.

27 aprile 2010

Uomini Penan nella foresta. © Andy Rain/Nick Rain/Survival

Questa pagina è stata creata nel 2010 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Un rapporto pubblicato da una rete di organizzazioni indigene malesi ha sollecitato l’Unione Europea a non firmare “un accordo di collaborazione volontaria” sullo sfruttamento del legname con la Malesia a meno che l’atto non “costringa” il governo malese a riconoscere il diritto dei popoli indigeni alla loro terra.

La Malesia sta attualmente cercando di persuadere l’Unione Europea ad accettare un suo impegno volontario a conformare lo sfruttamento del legname agli standard europei. Ma i popoli indigeni sostengono che tale accordo non sarà legittimo finché il loro governo continuerà a permettere alle compagnie del legname di rubare la loro terra.

Le compagnie stanno rapidamente distruggendo le foreste che appartengono ai popoli indigeni, specialmente nello stato del Sarawak, la parte malese del Borneo. Il Sarawak è la patria della tribù di cacciatori-raccoglitori Penan, famosi per i blocchi stradali con cui cercano di tenere lontane le compagnie.

“Lo sviluppo che vogliamo realmente è che la foresta rimanga intatta” ha dichiarato a Survival un uomo Penan. Non vogliamo che la foresta sia distrutta e rasa al suolo perché senza di lei non possiamo vivere.”

La rete ambientalista e indigena JOANGOHutan ha pubblicato un rapporto che illustra dettagliatamente il furto sistematico della terra dei popoli indigeni del Sarawak a beneficio dello sfruttamento forestale. Il governo del paese non riconosce i diritti degli indigeni nonostante la legge internazionale e una serie di pronunciamenti favorevoli dei tribunali malesi.

Molti Penan hanno assistito alla distruzione delle loro foreste a dispetto delle loro proteste e fanno fatica a sfamare le loro famiglie perchè il taglio del legno ha allontanato gli animali che erano soliti cacciare e ha inquinato i fiumi in cui pescavano.

Nelle aree in cui la deforestazione ha impoverito le foreste a tal punto da renderne non più redditizio lo sfruttamento, le compagnie stanno aprendo piantagioni di palma da olio, impoverendo ancor di più i Penan e le altre tribù del paese.

Il rapporto della JOANGOHutan sostiene che “perché i negoziati FLEGT-VPA (l’accordo di collaborazione volontaria) attualmente in corso tra Malesia, UE e VPA siano legittimati, devono includere il riconoscimento dei diritti consuetudinari e collettivi dei popoli indigeni alle loro terre e territori, e il rispetto per i loro adat (tradizioni)”.

Scarica il rapporto

Penan
Popolo

Condividere