Uccisi Indiani venezuelani

16 dicembre 2009

Donna e bambino Yupka, Sirapta, Sierra de Perijá. © Fiona Watson/Survival

Questa pagina è stata creata nel 2009 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Sabino Romero, un leader degli Indiani Yupka, è stato arrestato in seguito alla morte di due Yupka avvenuta lo scorso mese di ottobre nel corso di uno scontro sulle montagne della Sierra de Perijá, nel Venezuela occidentale. L’incidente è avvenuto a seguito del conseguimento di controversi diritti territoriali da parte di tre comunità yupka.

Si dice che alcuni Indiani Yupka avrebbero ricevuto del denaro dagli allevatori di bestiame per accusare Sabino e suo genero di aver rubato del bestiame. Gli allevatori osteggiano Sabino a causa della sua campagna per i diritti territoriali degli Yupka. La settimana precedente all’attacco, Sabino aveva ricevuto minacce di morte.

Sabino era stato ferito da un’arma da fuoco e ora è nelle mani dell’esercito. È stato interrogato senza la presenza di un avvocato o di un interprete. Oggi rimane sotto custodia, accusato di omicidio e furto di bestiame. “Succede tutto a causa della demarcazione” ha commentato Sabino. “Gli allevatori vogliono portarci via la nostra terra.”

Su Alexander Fernández, un alleato Yupka di Sabino di una comunità vicina, pendono le stesse accuse.

Sabino si oppone al progetto governativo di demarcazione della terra, e chiede il riconoscimento del diritto degli Yupka a un territorio unico e continuo, piuttosto che pezzi di terra frammentati per le singole comunità.

Secondo le organizzazioni non governative locali, questi episodi fanno parte di un processo di manipolazione concepito dalle autorità per provocare lotte tra le comunità Yupka e indebolire la campagna per i loro diritti territoriali.

Lusbi Portillo, dell’organizzazione non governativa Homo et Natura, ha dichiarato che la vicenda di Sabino è il risultato “dell’istigazione dei latifondisti, dei coloni e dei settori governativi che ambiscono a frammentare il territorio degli Yupka allo scopo di occuparlo e preparare il terreno per lo sfruttamento del carbone presente nell’area”.

Portillo è attualmente alla macchia, così come i due figli di Sabino. Corrono voci che sia stato emesso un mandato di arresto.

I leader indigeni della Sierra de Perijá si sono incontrati il mese scorso e hanno chiesto il rilascio di Sabino Romero. Hanno anche chiesto che gli attivisti sociali che combattono per i loro diritti ancestrali alla terra non vengano trattati come criminali.

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