Umiliazione pubblica per Vedanta Resources e il miliardario Anil Agarwal

18 giugno 2009

Ragazzine Dongria Kondh, Orissa, India. © Jason Taylor

Questa pagina è stata creata nel 2009 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Pesante umiliazione pubblica per la Vedanta Resources e il suo proprietario, il miliardario Anil Agarwal. Durante il weekend, proprio all’ultimo minuto, la compagnia mineraria britannica si è vista cancellare il “Golden Peacock”, un riconoscimento che premia la buona condotta ambientale.

Il premio è stato annullato il giorno prima della consegna grazie alla performance pubblica di alcuni attivisti che, saliti sul palco allestito per l’evento, a Palampur, in India, hanno rivelato inquietanti particolari sulle attività inquinanti della raffineria di alluminio operante nel territorio dei Kondh, nello stato di Orissa.

Una sussidiaria della Vedanta, che è una delle 100 società più capitalizzate quotate allo Stock Exchange di Londra (FTSE-100), aveva già pubblicizzato in modo altisonante la consegna del premio. Ciò nonostante, dopo aver ascoltato il discorso dei manifestanti, gli organizzatori della manifestazione, sponsorizzata dal World Environment Foundation e dal britannico Institute of Directors, hanno deciso di annullare il premio.

Gli ispettori ambientali del Governo indiano hanno più volte criticato le allarmanti e continue infiltrazioni di rifiuti tossici provenienti dalla raffineria. Le tribù dei Kondh che vivono vicino allo stabilimento hanno raccontato a Survival International di aver cominciato a soffrire di problemi cutanei dopo essersi immersi nelle acque inquinate; che i loro raccolti sono stati soffocati dalle polveri prodotte dalla raffineria e che diversi capi di bestiame sono morti dopo essersi abbeverati a ruscelli avvelenati.

A contestare l’assegnazione del premio a Vedanta è stata una lettera sottoscritta da più di 200 organizzazioni di tutto il mondo.

La raffineria della Vedanta fa parte di un progetto più ampio che prevede l’apertura di una miniera di bauxite sulla montagna sacra dei Dongria Kondh, alle cui pendici sorge la raffineria. Il progetto è attualmente sotto indagine presso l’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, che ha accolto la richiesta di investigazione presentata da Survival.

“In pochissimo tempo, la nostra lettera ha raccolto 200 adesioni” ha dichiarato Mamata Dash, uno degli attivisti che hanno manifestato durante l’evento. “Questo dimostra che molte persone hanno deciso di reagire agli effetti devastanti che le operazioni della Vedanta hanno sul mondo. Queste persone non le permetteranno di continuare a dire bugie; sono determinate a far sapere a tutti quello che sta facendo questa compagnia senza scrupoli. Siamo molto uniti.”

Stephen Corry, direttore generale di Survival ha aggiunto: “Il progetto della Vedanta a Lanjigarh non è solo un disastro ambientale ma anche una tragedia umanitaria. Non ci sono operazioni di pubbliche relazioni che possano riuscire a nascondere questa sporca verità”.

Mamata Dash è disponibile per interviste.

Guarda le immagini del film-denuncia “Mine: story of a sacred mountain” presentato da Survival presso la House of Commons del Parlamento britannico il primo aprile scorso.

Scrivi una lettera a sostegno dei Dongria Kondh.

Sono disponibili fotografie e filmati.

Per ulteriori informazioni:
Francesca Casella – 02 8900671 – [email protected]
Oppure Miriam Ross: Tel 0044 207 6878734
E-mail: [email protected]

Dongria Kondh
Popolo

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