La polizia smantella la barricata dei Penan

21 febbraio 2007

Questa pagina è stata creata nel 2007 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

La polizia malese ha smantellato una barricata eretta due anni fa dai membri della tribù nomade dei Penan per impedire ai taglialegna di distruggere la loro foresta con i bulldozer.

Nel tentativo di proteggere una delle ultime foreste della provincia del Sarawak rimaste ancora intatte, i Penan avevano bloccato una delle vie di accesso utilizzate dai disboscatori.

I Penan dipendono interamente dalla foresta sia per la loro sussistenza sia per la costruzione delle loro abitazioni. La compagnia Samling detiene una concessione di disboscamento nel territorio penan e ha già abbattuto una vasta area di foresta tropicale.

Nel giugno 2006, le autorità malesi avevano annunciato l'intenzione di smantellare la barricata, situata in prossimità della comunità di Long Benali, e di arrestare quattro leader indigeni. Grazie alle proteste dei sostenitori di Survival e di altre organizzazioni del mondo, non erano passate ai fatti. Oggi è necessario mobilitare nuovamente la comunità internazionale per impedire la ripresa del disboscamento.

Nonostante la distruzione della barricata, i Penan continueranno ad opporsi alle attività della Samling: "Se non teniamo testa ora ai disboscatori, fra due anni tutta la foresta dell'Upper Baram sarà scomparsa" ha dichiarato un loro portavoce.

La barricata si trova in una zona che il Consiglio malese per la certificazione del legname (MTCC – Malaysian Timber Certification Council) ha classificato come idonea allo "sfruttamento sostenibile". Tuttavia, tale certificazione non tiene conto del fatto che tale disboscamento avviene nelle zone utilizzate dal popolo dei Penan (Native Customary Land), e senza il loro consenso.

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