L’allarme di Davi Yanomami: “Presto gli Yanomami incontattati del Brasile potrebbero essere sterminati”

24 marzo 2020

Una maloca (yano) di un gruppo di Yanomami incontattati fotografata dall’alto nel 2016 nell’Amazzonia brasiliana. © Guilherme Gnipper Trevisan/FUNAI/Hutukara

Questa pagina è stata creata nel 2020 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Il leader e sciamano yanomami Davi Kopenawa ha lanciato un appello urgente: se le autorità brasiliane non agiranno immediatamente per allontanare i cercatori d’oro che lavorano illegalmente nella sua terra, un gruppo di Yanomami incontattati “presto potrebbe essere sterminato”.

Noti come “Moxihatatea”, questi Yanomami incontattai sono in grave pericolo, spiega Davi. “Sono già fuggiti molte volte. Ma ora non sanno più dove scappare e sono circondati da minatori violenti che cercano vendetta sparando contro di loro con i fucili.”

“Sono molto preoccupato. Potrebbero essere sterminati rapidamente… Senza ombra di dubbio i cercatori d’oro li distruggeranno… li uccideranno sia con i loro fucili sia con le loro malattie, con la malaria e la polmonite.”

La dichiarazione è stata resa nota prima che la pandemia da coronavirus finisse in prima pagina; il virus aumenta quindi pesantemente il pericolo costituito dalla presenza di migliaia di estranei all’interno del territorio yanomami.

Davi spiega i rischi corsi anche da altre comunità di Yanomami incontattati, anch’essi gravemente minacciati dai cercatori d’oro. “Siamo molto preoccupati per quanto potrebbe accadergli. Sono gli unici a prendersi veramente cura della foresta. Sono i Moxihatatea e tutti gli altri popoli incontattati dell’Amazzonia a continuare a prendersi cura di ciò che resta della foresta!”

Indiani incontattati in Brasile individuati dall’alto durante una spedizione governativa nel 2010. © G.Miranda/FUNAI/Survival

L’appello di Davi è stato lanciato durante una recente sessione del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite a Ginevra. “La mia gente deve poter vivere in pace e in buona salute, perché vive a casa sua. Noi siamo a casa nostra, nella foresta! Gli estranei non possono distruggere la nostra casa, altrimenti non finirà bene per il mondo” ha dichiarato Davi chiedendo all’ONU di fare pressione sul governo brasiliano. “Noi ci prendiamo cura della foresta per tutti, non solo per gli Yanomami e per i popoli incontattati. Lavoriamo con i nostri sciamani che sanno bene queste cose e che hanno una saggezza che proviene dal legame con le Terra. Le Nazioni Unite devono rivolgersi alle autorità brasiliane perché allontanino immediatamente dalla nostra foresta i prospettori che stanno circondando i popoli incontattati e chiunque altro.”

Il territorio Yanomami, la più grande riserva indigena in Brasile, è stato riconosciuto dal governo Brasiliano nel 1992. Tuttavia, è stato spesso nel mirino dei cercatori d’oro sin dagli anni ’80. I minatori hanno introdotto malattie come malaria, influenza, morbillo e polmonite, contro cui la tribù ha poca o nessuna immunità. Come risultato sono morti molti Indiani.

Cercatori d’oro lavorano illegalmente sulla terra Yanomami in Brasile, 2003. © Colin Jones/Survival

Hutukara, l’associazione Yanomami calcola che attualmente ci siano circa 20.000 cercatori d’oro che lavorano illegalmente nel territorio, a dispetto dei recenti sforzi delle autorità di distruggere i campi minerari e di chiudere i fiumi alle draghe e al traffico fluviale.

I minatori continuano a diffondere malattie letali e a distruggere la foresta, i corsi d’acqua e i letti dei fiumi. Utilizzano il mercurio per separare l’oro che cola così nel sistema idrico avvelenando il pesce e i fiumi da cui gli Yanomami dipendono.

Questa catastrofica situazione è stata evidenziata in due recenti studi scientifici che hanno trovato livelli pericolosamente alti di mercurio nel corpo di fino al 90% degli Yanomami che abitano in alcune comunità vicine ai campi minerari. Gli effetti dell’avvelenamento da mercurio avranno conseguenze devastanti sulla loro sopravvivenza e sulla qualità della loro vita.

Uno dei molti siti di estrazione d’oro illegale nel territorio Yanomami. © FUNAI

Da quando il governo di Bolsonaro ha sospeso l’accordo con i medici cubani che portavano aiuti nelle remote regioni del Brasile, l’assistenza sanitaria nel territorio è al massimo della precarietà e in alcune regioni è quasi inesistente

Nel 2017 il FUNAI, l’agenzia governativa agli affari indigeni, ha chiuso cinque dei suoi 17 avamposti di protezione, che monitoravano e difendevano la terra delle tribù incontattate. Tra le basi chiuse c’è anche quella vicina ai Moxihatatea.

Questo atto di criminale irresponsabilità espone questi popoli altamente vulnerabili ad ancora più violenze e malattie. Pare che il FUNAI stia ricostruendo la sua base vicina ai Moxihatatea, ma si teme che ci vorrà molto tempo.

Se le autorità non agiscono subito per espellere i cercatori d’oro e proteggere il territorio Yanomami, le conseguenze saranno disastrose per tutti loro e in particolare per i Moxihatatea e altre comunità incontattate.

La Right Livelihood Foundation, Survival International e 36 vincitori del “Premio Nobel Alternativo” (Right Livelihood Award) hanno inviato recentemente una lettera al ministro della giustizia del Brasile sollecitandolo a prendere misure urgenti per proteggere il popolo degli Yanomami e la loro terra.

Davi Kopenawa con la lettera che la Right Livelihood Foundation, Survival International e 36 vincitori del “Premio “Nobel Alternativo” hanno indirizzato al ministro della giustizia del Brasile. © Right Livelihood

Davi ha rilasciato la sua dichiarazione in occasione di un evento collaterale sulla grave situazione delle tribù incontattate del Brasile insieme alla Arns Commission e all’Istituto Socio Ambientale ISA, il 3 marzo a Ginevra. Per leggere la dichiarazione completa clicca qui.

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