Il lato oscuro del Brasile: il gigante petrolifero Petrobras nel 'profondo dell’Amazzonia'

27 marzo 2014

I Suruwaha sono una tribù isolata, estremamente vulnerabile alle malattie introdotte dall’esterno. © Adriana Huber/Survival

Questa pagina è stata creata nel 2014 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

La società petrolifera nazionale Petrobras ha iniziato la ricerca di petrolio e gas in una delle aree più isolate dell’Amazzonia, mettendo in grave pericolo diverse tribù isolate.

Secondo fonti locali, la Petrobras ha installato 15 chiatte con generatori ad alta-capacità nonchè oleodotti e macchinari per l’attività estrattiva sul fiume Tapauá, nello stato di Amazonas. Le esplorazioni hanno luogo nelle vicinenze di sette territori indigeni, tra cui si contano le terre dei Suruwaha, dei Banawa, dei Deni e dei Paumari.

La Costituzione brasiliana riconosce il diritto dei popoli indigeni a essere consultati su tutti i progetti che riguardano le loro terre; Petrobras, tuttavia, non ha consultato gli indigeni che vivono nell’area. Inoltre, sebbene alcune tribù della zona siano particolarmente isolate e alcune siano state contattate in tempi relativamente recenti, nemmeno il FUNAI, il Dipartimento governativo agli Affari Indigeni, è stato informato del progetto.

Interrogata sulle recenti attività esplorative di Petrobras nel bacino del fiume Tapauá, l’Agenzia Nazionale del Petrolio brasiliana ha affermato che “da parte di questa agenzia, non è stata richiesta, nè autorizzata, alcuna esplorazione nella regione.”

La scorsa settimana sul fiume Tapauá, nello stato brasiliano di Amazonas, sono state fotografate alcune chiatte per le prospezioni petrolifere . © Comissão Pastoral da Terra/Prelazia de Lábrea

In una lettera al Pubblico Ministero, alcuni esperti brasiliani hanno ricordato il diritto degli Indiani a essere consultati su queste attività, un diritto riconosciuto dalla legge internazionale. “Più di 1.300 persone potrebbero subire effetti irreversibili” hanno scritto gli esperti. Una deputata e un senatore hanno sollevato la questione presso il Congresso.

Le attività esplorative potrebbero essere fatali per la tribù incontattata Hi Merimã, che vive vicino al luogo delle prospezioni. Gli Indiani incontattati, infatti, sono estremamente vulnerabili a ogni contatto con gli esterni perché non hanno difese immunitarie verso le malattie comuni.

Negli anni ’70 e ’80, Petrobras effettuò prospezioni petrolifere nella Valle Javari, dove viveva la più alta concentrazione di tribù incontattate del mondo: diversi Indiani incontattati, ma anche funzionari del FUNAI e della Petrobras, morirono nei conflitti causati dalle attività esplorative.

Lo scorso anno, i popoli indigeni della Valle Javari hanno ribadito la propria opposizione a qualsiasi prospezione nelle loro terre, o nei dintorni di esse. In una lettera, gli Indiani hanno detto di non voler soffrire ancora una volta la tragedia che li colpì quando Petrobras “distrusse le nostre case e i nostri orti, fece saltare in aria i nostri laghi e i ruscelli, inquinando le sorgenti e causando la morte di numerosi Indiani.” “Portarono malattie nelle nostre comunità e la malaria nella regione, e accumularono attrezzature nel nostro territorio danneggiando la flora e la fauna" hanno ricordato.

Petrobras ha avviato esplorazioni di gas e petrolio in una delle aree più isolate dell’Amazzonia. © Survival International

Survival ha scritto a Petrobras per chiedere l’immediata sospensione dei lavori nell’area.

“Nella sua avida corsa al profitto, il Brasile è pronto a sacrificare le vite di Indiani innocenti. La sua crescita economica ha un costo umano immenso: le vite e i mezzi di sostentamento degli indigeni del paese” ha detto oggi il Direttore generale di Survival, Stephen Corry. “Che sia chiaro: quando le terre degli Indiani incontattati vengono invase, seguono inevitabilmente malattie, morte e distruzione. È questo il lato oscuro del Brasile.”

Nota ai redattori:

- Con l’avvicinarsi della Coppa del Mondo FIFA, Survival International denuncia ‘il lato oscuro del Brasile’. A cinquecento anni dalla colonizzazione, infatti, gli Indiani brasiliani vengono ancora uccisi per le loro terre e le loro risorse. Attualmente il governo e i proprietari terrieri stanno progettando di aprire i territori indiani a grandi progetti industriali.

- Scarica la lettera di Survival alla Petrobras (in inglese).

- Scarica la lettera in cui gli Indiani della Valle Javari respingono ogni attività esplorativa nelle loro terre, o nei dintorni di esse (Pdf, 3.9 MB) (in portoghese).

- I Suruwaha, il cui territorio è vicino al luogo delle prospezioni, hanno subito per anni gli attacchi dei missionari fondamentalisti. I missionari, infatti, affermano ingiustamente che i membri della tribù uccidono abitualmente i bambini appena nati. Nel 2012 i Suruwaha sono stati presi di mira da un reportage dell’emittente televisiva australiana Channel 7 che ha definito la tribù “una setta suicida” ferma all’“età della pietra” e “i peggiori violatori dei diritti umani nel mondo”. Survival inoltrò un reclamo all’Authority australiana ACMA, la quale sentenziò che l’emittente aveva violato le clausole sul razzismo.

Indiani incontattati del Brasile
Popolo

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