Campagna per “destabilizzare” l’organizzazione degli indigeni amazzonici

24 maggio 2010

Bambina Ashaninka nel sud-est del Perù. Gli Ashaninka sono uno dei tanti popoli indigeni rappresentati dall’AIDESEP. © David Hill/Survival

Questa pagina è stata creata nel 2010 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

L’organizzazione degli indigeni Peruviani AIDESEP ha denunciato una “campagna di destabilizzazione” volta a distruggere il movimento degli indigeni del paese.

L’ultimo attacco è la creazione di un falso indirizzo mail utilizzato per convocare un “Meeting Straordinario “ a nome di Daysi Zapata Fasabi, vice-presidente dell’AIDESEP.

Secondo l’AIDESEP Zapata Fasabi sarebbe “profondamente indignata” per l’uso improprio del suo nome e “stanca” dei continui tentativi di destabilizzare la sua organizzazione. Nel corso di soli 12 mesi, il governo ha tentato di sciogliere l’AIDESEP con mezzi legali, lo ha messo sotto accusa per presunte illegalità finanziarie e, secondo l’AIDESEP, ha finanziato la creazione di un consiglio di amministrazione rivale all’interno dell’organizzazione.

Sono anche stati spiccati mandati d’arresto per i leader dell’AIDESEP, costringendo tre di loro a cercare asilo politico in Nicaragua. Il Presidente dell’organizzazione, Alberto Pizango, è ancora in Nicaragua e ci sono state delle manifestazioni di protesta davanti al Palazzo di Giustizia la scorsa settimana per chiederne l’immediato rimpatrio.

“Non è la prima volta che accade” ha dichiarato l’AIDESEP. “Questo è solo l’ultimo dei tentativi compiuti per distruggere il movimento degli indigeni del Perù.”

L’AIDESP ha i suoi uffici centrali a Lima e rappresenta più di 1.300 comunità indigene dell’Amazzonia. Conduce anche campagne a sostegno dei diritti delle tribù isolate del Perù.

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