Grande vittoria giudiziaria delle tribù del Borneo contro le piantagioni di palma da olio.

13 aprile 2010

Piantagione di palme da olio in una zona appena deforestata, Sarawak. © M Ross/ Survival

Questa pagina è stata creata nel 2010 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Seconda grande vittoria giudiziaria quest’anno per i popoli indigeni della parte malese del Borneo determinati a fermare l’espansione delle piantagioni di palma da olio sulle loro terre.

Alla fine di marzo, dopo 12 anni di processo, l’Alta Corte del Sarawak ha riconosciuto alla comunità indigena dei Kayan i diritti sulla sua terra. La Corte, inoltre, ha dichiarato illegali, e li ha quindi annullati, i contratti di affitto della terra indigena stipulati tra il governo e l’azienda IOI, produttrice di olio di palma.

Il Borneo Resources Institute ha raccomandato al governo del paese di non appellarsi alla decisione della Corte. “I nativi sono poveri e le aree al centro della controversia sono il loro unico mezzo di sostentamento: la terra fornisce loro cibo e rendita” si legge in un comunicato rilasciato la settimana scorsa.

In gennaio, l’Alta Corte aveva già sentenziato in favore di altre due comunità dei popoli Iban e Malay. Gli indigeni avevano intentato una causa contro il governo del Sarawak e un’azienda produttrice di olio di palma che insieme volevano aprire una piantagione sulla loro terra. Il giudice ha stabilito che il governo aveva illegalmente rivendicato le terre delle comunità come terre dello stato.

La maggior parte della foresta pluviale del Borneo è stata distrutta dall’industria del legno; ora, dove il disboscamento non è più redditizio, si stanno inserendo le aziende che producono olio di palma. Da molti anni, i Penan, una tribù di cacciatori e raccoglitori, organizzano regolarmente barricate lungo le strade di accesso alle loro terre per fermare i tagliatori di legna che stanno distruggendo le foreste da cui essi dipendono.

Sono più di cento i procedimenti giudiziari intentati nelle corti del Sarawak sul tema dei diritti territoriali degli indigeni, e molti subiscono lunghi ritardi.

ULTIMA ORA:
La Corte di Appello della Malesia ha rigettato oggi un appello presentato da un gruppo di indigeni del Sarawak in un caso di diritti territoriali. Gli indigeni Kayan, Kenyah e Ukit avevano intentato una causa sulla diga idroelettrica di Bakun, a causa della quale erano stati sfrattati dalle loro terre. La Corte ha decretato che gli indigeni non possono presentare le loro prove.

Gli indigeni vogliono che l’abolizione dei loro diritti territoriali effettuata dal governo del Sarawak venga invalidata. Si appelleranno alla Corte Federale.

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