Azione legale degli Indiani amazzonici contro un gigantesco progetto petrolifero

7 settembre 2009

Lance incrociate collocate dagli Indiani incontattati all’interno del Blocco 67 come monito a stare lontani ©Marek Wolodzko/Survival © Marek Wolodzko/AIDESEP

Questa pagina è stata creata nel 2009 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Il gigantesco progetto petrolifero della compagnia anglo-francese Perenco è in bilico. L’AIDESEP, l’organizzazione che riunisce gli Indiani dell’Amazzonia peruviana, ha presentato un appello urgente alla Corte Costituzionale del paese per impedire lo sfruttamento petrolifero di una parte dell’Amazzonia conosciuta come “Blocco 67”.

La Perenco ha dichiarato di voler investire 2 miliardi di dollari in prospezioni. Ma l’AIDESEP teme che le attività della compagnia possano avere conseguenze catastrofiche per le tribù incontattate che vivono nell’area.

Nel ricorso è coinvolta anche la società spagnola Repsol-YPF, che sta esplorando nella stessa area.

La Perenco aveva avuto il via libera a iniziare i lavori nel Blocco 67 appena tredici giorni dopo l’intervento armato della polizia contro una pacifica manifestazione di protesta organizzata nei pressi della città di Bagua. Nel corso del violento attacco, definito una “Tiananmen amazzonica”, morirono oltre trenta persone tra militari e civili.

La Perenco, diretta da Francois Perrodo, laureato ad Oxford, nega che all’interno del Blocco 67 esistano tribù incontattate. E una recente indagine giornalistica pubblicata su un quotidiano britannico denuncia che una compagnia associata alla Perenco avrebbe taciuto alcune prove della loro esistenza.

Il progetto della Perenco ha fatto crescere una grande rabbia tra le comunità degli Indiani del Perù settentrionale. Si sono svolte manifestazioni di protesta su larga scala e il fiume Napo è stato bloccato per numerose settimane allo scopo di impedire alle imbarcazioni della Perenco di entrare nel Blocco 67.

“È vergognoso che gli Indiani del Perù debbano rivolgersi al tribunale per farsi ascoltare dalla Perenco e dal governo” ha commentato Stephen Corry, direttore generale di Survival International.“Dopo la tragedia di Bagua, le autorità promisero che avrebbero consultato i popoli indigeni prima di procedere con i loro enormi progetti, ma ancora una volta vanno avanti contro il volere della popolazione locale.”

Per ulteriori informazioni:
Francesca Casella – 02 8900671 – [email protected]
Oppure Miriam Ross: Tel 0044 207 6878734
E-mail: [email protected]

Indiani incontattati del Perù
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