Rio+20: ‘Comprendiamo la sostenibilità meglio di chiunque altro’ dichiarano le tribù

22 giugno 2012

Indiani brasiliani al summit Rio+20. © Marcello Casal Jr/ABr

Questa pagina è stata creata nel 2012 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Questa settimana migliaia di Indiani brasiliani si sono riuniti a Rio per far sentire le loro voci al Summit ONU Rio+20 su sostenibilità e ambiente.

“Siamo venuti qui per far crescere la consapevolezza sulla nostra lotta” ha dichiarato Sonia Guajajara, della tribù dei Guajajara, “e per dimostrare che questo modello di sviluppo non è realistico… Vogliamo mostrare al mondo che cosa realmente significhi vivere in modo sostenibile. Nessuno conosce la sostenibilità meglio dei popoli indigeni”.

Gli Indiani hanno organizzato marce di protesta, canti rituali, danze, discorsi e riunioni, e hanno presentato le loro richieste alla conferenza ufficiale delle Nazioni Unite.

Davi Yanomami, il “Dalai Lama della Foresta” ha rivolto un appello ai partecipanti al Summit per salvare la tribù più minacciata della terra, gli Indiani Awá. La loro foresta viene abbattuta a una velocità superiore di quella di qualunque altra tribù brasiliana.

I Guarani hanno chiesto attenzione sul grave ritardo del governo brasiliano nella mappatura della loro terra. “Abbiamo bisogno che la nostra terra sia demarcata” ha dichiarato Otoniel Ricardo Guarani, “perché una volta che questo sarà stato fatto, risolveremo ogni problema. Ecco perché è importante per noi essere qui e costringere il governo a lavorare su questi temi”.

I Guarani stanno soffrendo spaventose condizioni di vita da quando gli allevatori hanno rubato e occupato gran parte della loro terra. Il Pubblico Ministero brasiliano ha recentemente chiesto che il governo paghi 83 milioni di dollari a una comunità come risarcimento per danni “morali e materiali”.

Durante il vertice, il Dipartimento agli Affari Indigeni del Brasile, il FUNAI, ha assicurato agli Xavante che gli invasori della loro terra saranno cacciati.

Circa 1.000 Indiani hanno tenuto una manifestazione di protesta davanti alla BNDES, la banca di sviluppo brasiliana, per il suo contributo erogato alla diga Belo Monte che sta devastando le foreste di numerose tribù. Gli Indiani incontattati dell’area sono particolarmente vulnerabili.

Gli Indiani occupano il sito della diga Belo Monte e ricollegano il fiume Xingu. © Atossa Soltani/Amazon Watch

La scorsa settimana, centinaia di Indiani hanno occupato il sito della diga Belo Monte e scavato un canale per ricollegare il fiume Xingu da cui dipendono per la sopravvivenza.

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