TV da baraccone: scandaloso reportage contro una tribù amazzonica accusata di infanticidio

7 marzo 2012

Secondo Paul Raffaele, una ragazza Suruwaha si rifiutò di stringergli la mano perché voleva ucciderlo. In realtà, la mano era spalmata di così tanta crema solare che i Suruwaha pensavano che l’uomo avesse una malattia della pelle. © Channel 7

Questa pagina è stata creata nel 2012 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

“TV da baraccone”, la nuova campagna lanciata da Survival contro le rappresentazioni razziste dei popoli tribali in televisione, ha colpito oggi il suo primo obiettivo: un reportage trasmesso da una TV australiana che stigmatizza i membri di una tribù amazzonica come assassini di bambini; come “cultori del suicidio” dell’Età della Pietra e come i “peggiori violatori dei diritti umani nel mondo”.

Il programma incriminato dalla campagna di Survival, che ha lo scopo di contestare la rappresentazione dei popoli tribali in TV come primitivi, arretrati e selvaggi, si chiama Sunday Night, ed è stato trasmesso da Channel 7.

Nel reportage, l’“avventuriero” Paul Raffaele e il reporter Tim Noonan vanno a incontrare la tribù brasiliana dei Suruwaha, già presi di mira tempo fa dai missionari fondamentalisti dell’organizzazione evangelica JOCUM (Giovani con una Missione), che avevano diffuso la falsa notizia che la tribù praticasse regolarmente l’infanticidio. Tali missionari hanno anche fatto pressione sul Congresso brasiliano per l’approvazione di una legge che autorizzi l’allontanamento dei bambini indiani dalle loro famiglie.

Gli Indiani avevano permesso alla troupe di Channel 7 di entrare nel loro territorio credendo alle dichiarazioni di Raffaele, che sosteneva di voler realizzare un "reportage positivo”.

Ma il loro filmato ha scatenato una valanga di proteste, tra cui la denuncia del direttore generale di Survival International, che lo definisce “uno dei più prevenuti, mistificatori e disgustanti servizi che abbiamo mai visto”.

La trasmissione descrive gli Indiani come “una vera setta del suicidio"; un “popolo dell’Età della Pietra”, “perduto nel tempo”. La tribù “incoraggia l’uccisione dei bambini disabili… nel modo più raccapricciante possibile" spiega il reportage. “Portano i piccoli innocenti nella giungla perché vengano mangiati vivi dalle bestie selvatiche”; e sono responsabili di “una delle peggiori violazioni dei diritti umani nel mondo”.

Nel reportage di Channel 7, i Suruwaha vengono descritti come “i peggiori violatori dei diritti umani nel mondo”. © Adriana Huber/Survival

Il sito web del reportage sta anche apertamente raccogliendo fondi per un’organizzazione evangelica associata a una campagna anti-indiana.

Survival ha scritto a Channel 7 evidenziando le distorsioni e i gravi errori contenuti nel servizio, ma l’emittente ha respinto tutte le accuse. L’autority per i media e le comunicazioni australiane ACMA ha aperto ora un’indagine formale.

Paul Raffaele, ex giornalista dello Smithsonian Magazine, aveva già avuto problemi per un servizio molto simile realizzato per Channel 9 nel 2006. Allora aveva affermato che un ragazzo papuaso stesse rischiando di essere mangiato dai membri della sua tribù, descritti come “cannibali dell’Età della Pietra”. La trasmissione fu criticata dagli esperti e, in seguito, Raffaele ammise di avere persino sbagliato a identificare la tribù del ragazzo.

In Australia, il gigante del web Yahoo! ha stretto una collaborazione con Channel 7. Survival ha quindi scritto a Yahoo! sollecitando la rimozione del servizio dal web, ma non ha ricevuto alcuna risposta.

“Questa è TV da baraccone della peggior specie” ha commentato oggi Stephen Corry, direttore generale di Survival International. “Gli Indiani vengono rappresentati come mostri crudeli e disumani, secondo lo spirito colonialista sprezzante dei “selvaggi primitivi” tipico del XIX secolo. E lo show è chiaramente progettato per sortire lo stesso effetto: suggerire che gli Indiani non meritino alcun diritto. L’idea che una tale assurdità possa aiutare i bambini tribali, lascia senza fiato”.

Un ragazzino Suruwaha fa il bagno nel fiume insieme a un bambino piccolo. © Armando Soares Filho/FUNAI/Survival

Survival International ha redatto un codice di condotta etico per aiutare registi e cineoperatori a lavorare con i popoli tribali in modo responsabile. Sta anche promuovendo la campagna Il razzismo uccide i popoli tribali per contestare le descrizioni razziste – anche quelle in buona fede – che appaiono nei media.

Nota agli editori: Forme di infanticidio si trovano in tutte le società, comprese quelle industrializzate. Tra gli Indiani amazzonici, la pratica è estremamente rara e sta scomparendo del tutto. Survival si oppone alle pratiche non consensuali che comportano il ferimento o l’uccisione di persone, anche se considerate “tradizionali”. Tra queste è incluso l’infanticidio.

Scarica una scheda di Survival sulla proposta di legge Muwaji, frutto della campagna dell’organizzazione missionaria fondamentalista JOCUM in Brasile (pdf, 57 KB).

Scarica la scheda con le dichiarazioni degli esperti e degli Indiani sulle accuse di infanticidio (pdf, 82 KB).

Scarica la lettera di Survival a Channel 7 (pdf, 217 KB, in inglese).

Scarica le dichiarazioni degli indiani Suruwaha sul servizio di Channel 7 (pdf, 53 KB).

Scarica la breve scheda di Survival sulla tribù dei Suruwaha (pdf, 53 KB).

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