Nuova ondata di violenza nel Papua Occidentale

22 giugno 2010

Ragazzina Korowai del Papua Occidentale, occupato dall’Indonesia dal 1963. © Survival

Questa pagina è stata creata nel 2010 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

La polizia indonesiana militare e paramilitare (BRIMOB) ha lanciato una violenta operazione contro i Papuasi della regione di Punkak Jaya, negli altipiani centrali del Papua Occidentale.

La famigerata BRIMOB e i soldati indonesiani stanno conducendo un’estesa operazione repressiva contro i membri del Movimento per la Liberazione di Papua (OPM) in lotta per l’indipendenza dall’Indonesia. Stando ai rapporti, tuttavia, l’azione militare segue l’ormai consueta abitudine di prendere di mira i civili e innocenti indigeni mettendoli in fuga a migliaia dai villaggi per trovare riparo nelle foreste.

Survival sta facendo appello al governo indonesiano perché permetta l’assistenza umanitaria e la presenza di osservatori indipendenti nella regione.

In maggio le forze di sicurezza avevano annunciato una rappresaglia nella regione se il leader dell’OPM Goliat Tabuni non si fosse arreso entro il 28 giugno. Tuttavia i rapporti mostrano chiaramente che l’operazione è già in corso da tempo. Survival è preoccupata che ci possa essere una nuova escalation di violenza nelle prossime settimane.

Nel corso di operazioni simili condotte in passato, i soldati e la polizia hanno ucciso gli abitanti dei villaggi indigeni, violentato donne e bambini di appena tre anni e distrutto le case delle tribù, le loro chiese, gli orti e i maiali. Coloro che si rifugiavano nelle foreste hanno spesso sofferto la fame, perché erano troppo spaventati per avventurarsi all’esterno per cacciare o cercare cibo.

Mancano informazioni più dettagliate a causa delle restrizioni sui viaggi e al divieto per giornalisti e organizzazioni umanitarie di entrare nella regione. Sono comunque trapelate notizie secondo cui una donna in cinta sarebbe stata violentata da personale della BRIMOB all’inizio di giugno nel villaggio di Kampong Tinggineri e che 12 case e due chiese sarebbero state bruciate dai soldati a Gwenggu Pilla. La BRIMOB ha perquisito le abitazioni e imprigionato chiunque non avesse documenti d’identità, cosa molto comune in quest’area remota.

“È estremamente allarmante che i militari abbiano ricominciato a prendere di mira i popoli tribali del Papua Occidentale in questo modo” ha dichiarato oggi il Direttore Generale di Survival International Stephen Corry. “Da anni, il popolo papuaso chiede di poter dialogare con Jakarta assistito da mediatori internazionali allo scopo di giungere a una soluzione pacifica dei problemi. I recenti avvenimenti di Punkak Jaya dimostrano ancora una volta quanto urgenti e vitali siano questi dialoghi”.

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