Troupe televisiva accusata di aver contagiato gli Indiani isolati

27 marzo 2008

Questa pagina è stata creata nel 2008 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Nell’Amazzonia peruviana imperversa una violenta polemica sulle attività di una troupe della compagnia televisiva britannica Cicada Films. Indiani del posto, funzionari governativi e scienziati indipendenti accusano la produzione di essere penetrata nelle terre di alcune comunità di Indiani che vivono in assoluto isolamento nonostante fosse stata ammonita di non farlo. Secondo le testimonianze degli Indiani coinvolti, il contatto avrebbe provocato un’epidemia di malattie respiratorie che hanno ucciso quattro persone e ne ha lasciate molte altre in gravi condizioni.

La Cicada Films respinge risolutamente le accuse: “Respingiamo categoricamente la responsabilità di aver introdotto (sic) le malattie respiratorie di cui si è riferito poiché al nostro arrivo abbiamo trovato persone già ammalate, con sintomi e segni di problemi respiratori”.

La troupe era apparentemente alla ricerca di location per un reality TV chiamato “World’s lost tribes” che andrà in onda su Discovery Channel.

Secondo Glenn Shepard, un antropologo americano che si trovava presso Yomybato, una comunità degli Indiani Matsigenka, contemporaneamente alla visita della troupe, la produzione era contrariata dal fatto che gli Indiani fossero “occidentalizzati”. In una dichiarazione scritta, l’antropologo riferisce la delusione della produzione: “I loro pantaloncini, i ragazzi che giocano a calcio, la scuola… Semplicemente, non possono funzionare”.

Glenn Shepard afferma anche che la troupe aveva deciso di risalire ulteriormente il fiume per raggiungere i villaggi degli Indiani isolati nonostante lui stesso li avesse avvertiti che, a causa dell’isolamento e della loro mancanza di difese immunitarie nei confronti delle malattie occidentali, il loro viaggio rischiava di mettere seriamente in pericolo la vita delle tribù.

Secondo una dichiarazione della FENAMAD, l’organizzazione regionale indiana, la troupe avrebbe effettivamente risalito il fiume e provocato un’epidemia d’influenza e numerosi decessi. La FENAMAD accusa la produzione di “minacciare la vita degli Indiani isolati” e chiede che sia impedito alla Cicada Films di entrare di nuovo nella regione.

La troupe della Cicada “aveva ottenuto unicamente il permesso di visitare la comunità di Yomybato” ha risposto la direzione del Dipartimento governativo delle Aree protette. “Questo permesso escludeva formalmente la possibilità di raggiungere gli Indiani isolati o contattati di recente… [ma] il permesso non è stato rispettato e la troupe della Cicada è risalita [fino alle sorgenti del fiume], nella zona strettamente protetta”. Il dipartimento ha anche precisato che alla troupe verrà impedito di entrare nuovamente nell’area.

La Cicada Films era già stata oggetto di polemiche per aver girato un documentario sugli Indiani dell’Ecuador che, stando alle deposizioni, avrebbe scatenato un attacco da parte di Indiani Waorani non contattati.

“Le accuse non corrispondono ai fatti realmente accaduti” ha replicato la Cicada Films alle dichiarazioni della FENAMAD. “Non abbiamo mai risalito il fiume, non siamo mai andati nella località in questione e certamente non lo abbiamo fatto al momento dell’epidemia; epidemia che, in ogni caso, non è stata confermata ufficialmente”.

In un secondo comunicato, la Cicada precisa anche che “non ci sono stati morti tra le persone incontrate” e che il ricercatore dell’azienda "ha lavorato con guide locali esperte e con le autorità competenti, quelle che hanno giurisdizione sull’area": “Il ricercatore della Cicada ha sempre seguito procedure corrette e conseguito tutti i permessi necessari per entrare nel parco… Non è mai uscito, in nessun caso, dall’area per la quale era stata ottenuta licenza d’ingresso”.

Stephen Corry, Direttore di Survival International, ha commentato: “Questa polemica mostra chiaramente come la corsa all’audience dei reality televisivi possa minacciare gli interessi e la salute dei popoli indigeni. Dopo il successo riscosso della serie “Tribe” della BBC2, che ha presentato in modo rispettoso i popoli indigeni sul piccolo schermo, su questo soggetto sono proliferati programmi bizzarri ed estremi. I principi essenziali da rispettare sono la sensibilità e la correttezza dell’informazione, requisiti che sembrano proprio mancare a certe società di produzione televisive”.


Per ulteriori informazioni:

Francesca Casella – 02 8900671 – [email protected]
Oppure Miriam Ross: Tel 0044 207 6878734
E-mail: [email protected]

 

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