Indiani Enawene Nawe minacciati dagli allevatori

17 marzo 2008

Questa pagina è stata creata nel 2008 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Un gruppo di uomini armati hanno fatto irruzione in un accampamento di pesca degli Enawene Nawe, nello stato brasiliano del Mato Grosso, e hanno minacciato gli Indiani di rappresaglie se non se ne fossero andati. Quando gli Indiani hanno domandato loro chi fossero, due hanno risposto di essere dei poliziotti. Gli altri si sono identificati come proprietari terrieri della zona.

Lalowalohiene, uno degli Enawene Nawe presenti, ha raccontato: “Abbiamo sentito il rumore degli spari. Hanno sparato molti colpi. Ho chiesto, ‘perché avete delle pistole? Noi non siamo banditi. Noi Indiani stiamo solo pescando sul fiume per i nostri riti, ecco tutto’”.

Come d’abitudine, presso la diga eretta per catturare i pesci c’erano anche dei bambini. Anche loro, infatti, prendono parte al rituale dello “yankwa”, che prevede una lunga permanenza degli Enawene Nawe negli accampamenti di pesca, in cui vengono catturati e affumicati i pesci prima del rientro al villaggio.

Kameroseene Enawene Nawe ha commentato: “Come possono tirar fuori le armi davanti ai nostri bambini? È molto sbagliato. Siamo tutti molto tristi”.

L’accampamento di pesca si trova in un’area conosciuta come Rio Preto. Gli Enawene Nawe continuano a fare pressione sul governo brasiliano perché riconosca i loro diritti territoriali su quest’area che, per la sua ricchezza di pesce, noci e frutti del genipapo, è di estrema importanza per gli Indiani sia dal punto di vista economico sia da quello rituale.

Nonostante questo, lo scorso anno, un gruppo di latifondisti che sta progressivamente invadendo e disboscando l’area, ha ottenuto un’ingiunzione dal tribunale che vieta agli Enawene Nawe di costruire i loro accampamenti di pesca nella zona. Un giudice dovrà esprimersi presto circa la legittimità della loro azione.

Un gruppo di Enawene Nawe si è recato a Cuiabá, capitale dello stato, per incontrare il pubblico ministero e i funzionari del dipartimento governativo agli affari indiani, il FUNAI, per chiedere loro di intervenire contro i latifondisti e di difendere il loro diritto di pesca nei fiumi.

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