Venezuela: attacco agli indigeni, nel mezzo del caos minerario

15 febbraio 2016

In Venezuela, molte tribù soffrono i terribili effetti delle attività minerarie illegali nella loro terra (nella foto, un uomo Hoti). © Jacques Jangoux/Survival

Questa pagina è stata creata nel 2016 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Alla fine di gennaio, gli Yabarana della regione amazzonica del Venezuela hanno subito un attacco violento da minatori armati che lavorano illegalmente nella loro terra.

Benjamin Perez, leader yabarana e capo dell’organizzazione indigena OIYAPAM, è stato picchiato gravemente e la sua casa data alle fiamme. Ha ricevuto minacce di morte e al momento si sta nascondendo.

L’organismo di Coordinamento delle Organizzazioni Indigene dello stato di Amazonas (COIAM) ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che le attività minerarie illegali hanno “inquinato i fiumi con mercurio e altre sostanze tossiche” e ha causato “gravi danni ai popoli indigeni, come… il traffico di combustibile e tratta di persone.”

Altri popoli indigeni come gli Hoti, i Panare, gli Yekuana e i Piaroa subiscono da anni l’invasione delle loro terre da parte di minatori illegali che spesso li minacciano e che, oltretutto, hanno contaminato i loro fiumi e il pesce da cui dipendono per il sostentamento.

Quaranta organizzazioni del Venezuela hanno rilasciato un comunicato a sostegno delle tribù Yabarana, Hoti, Panare e Piaroa in cui chiedono alle autorità di fare di più per fermare le invasioni illegali dei territori indigeni da parte di minatori e taglialegna.

Le organizzazioni chiedono inoltre all’Assemblea Nazionale eletta di recente di approvare una legge per accelerare il riconoscimento dei territori indigeni in Venezuela.

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