Virginia Luling (giugno 1939 – gennaio 2013)

Virginia compì con coraggio diversi viaggi in Somalia mentre la guerra civile imperversava nel paese e, una volta, un signore della guerra locale le fornì spontaneamente delle guardie del corpo. © Survival

Con grande tristezza annunciamo la morte di Virginia Luling, volontaria di Survival dal 1969 al 1989, e poi Responsabile delle campagne per l’Africa dal 1989 al 2004. Era un “grande soldato dei diritti umani”.
Necrologio del direttore generale di Survival, Stephen Corry.

Una “anglo-americana borghese”… così si autodefiniva Virginia con i suoi tipici modi schivi. E da donna dalla vita impregnata di internazionalismo, di altruismo, abnegazione e profonda umiltà quale era, non avrebbe potuto esprimersi diversamente.

Da dottoranda in antropologia, Virginia fu una delle prime persone a unirsi a Survival appena dopo la sua fondazione, avvenuta nel 1969. Per dieci anni gestì fedelmente il Gruppo Locale di Surrey facendo un’intensa attività di raccolta fondi che lei descriveva con modestia come “sostanzialmente, l’organizzazione di mercatini dell’usato”. Dopo molti anni di lavoro volontario (per sei di quali si occupò della stesura della nostra newsletter), Virginia entrò gradualmente nello staff e verso la fine degli anni ’80 accettò la posizione di Responsabile delle campagne per l’Africa. Fino al suo pensionamento, avvenuto nel 2004, ha continuato a viaggiare sul campo con entusiasmo e coraggio, sempre con budget limitatissimi, utilizzando solo i trasporti locali e gli alloggi più economici (o rinunciandovi del tutto!). È stata Virginia a compiere la prima visita di Survival ai Boscimani del Botswana, e a lei dobbiamo gran parte del lavoro fatto negli anni ’90 e 2000. La sua prima notte nel Kalahari la passò dormendo profondamente sotto le stelle vicino alla macchina rotta, lasciando i suoi compagni boscimani accalcati all’interno, al riparo dai leoni.

Gli Ogiek del Kenia ci hanno detto che la ricorderanno per sempre per il ruolo cruciale avuto nella costruzione della rete degli attivisti dei diritti umani, che sarebbe poi diventato l’Ogiek Welfare Council. Omaggiando Virginia al momento del suo pensionamento, le dissero: “Il tuo contributo al nostro successo è incommensurabile.”

A Virginia deve essere riconosciuto anche il merito di aver raccolto una delle migliori frasi che una persona tribale abbia mai detto su Survival: riferendosi al nostro nuovo logo, un indigeno della Tanzania le disse: “Ogni volta che vedo quelle grandi dita, mi sento felice”.

Nel 1980 si recò in Etiopia per verificare l’esistenza di un vasto programma di reinsediamento forzato messo in atto dal governo. Una missione simile avrebbe dato ben pochi risultati a una persona con meno ingegnosità e decisione, ma Virginia riuscì a raccogliere delle prove nonostante i controlli del governo e pubblicò diversi rapporti incriminanti, che portarono lo scandalo all’attenzione internazionale.

La sua notorietà al di fuori di Survival la si deve soprattutto al lavoro svolto nel Corno d’Africa. All’inizio della sua carriera viaggiò in Somalia, a Afgooye, e nella regione dell’Oromo, in Etiopia, stringendo un profondo legame con quell’area: quei popoli e i loro conflitti sono rimasti sempre con lei. Virginia è stata segretaria della Società Anglo-Somala e ha fornito testimonianze e rapporti per centinaia di richieste di asilo in qualità di esperta sulle origini dei clan nella Somalia meridionale e di conoscitrice della lingua somala. Per decenni, si è impegnata a fondo anche per l’Oromo Relief Association, e ha aiutato i bambini Oromo rifugiati ad andare a scuola.

Virginia compì con coraggio diversi viaggi in Somalia mentre la guerra civile imperversava nel paese e, una volta, un signore della guerra locale le fornì spontaneamente delle guardie del corpo. © Survival

Oltre alla dedizione e all’impegno costantemente tributati ai popoli tribali, Virginia riuscì a dedicarsi anche ad altri interessi. Cresciuta da una madre scrittrice, Sylvia Luling (Thompson da nubile) e da un padre artista, Virginia aveva una vasta cultura letteraria ed era lei stessa una scrittrice eccellente. Molti dei suoi scritti sono stati pubblicati, tra cui la sua tesi (“Influenze coloniali e post-coloniali su una comunità della Somalia meridionale”), una serie di libri per bambini (Surviving Peoples) e decine di saggi sulla Somalia. Prese la sua prima laurea in Lingua e Letteratura Inglese e, avendo studiato con JRR Tolkien, era attiva nella Tolkien Society. Il saggio che scrisse in occasione del centenario dello scrittore, “An Anthropologist in Middle-Earth”(Un antropologo nella Terra di Mezzo), è particolarmente acuto e guarda ai suoi lavori come alla visione di un’Europa non occidentalizzata.

Virginia non era altrettanto al passo con i tempi come lo era nel suo apprezzamento per la “Terra di Mezzo”; lei stessa sarebbe stata la prima ad ammetterlo. Quando un Boscimane le chiese un’opinione sul processo a O. J. Simpson, lei gli chiese chi fosse; e quando, durante una riunione di Survival, scoprì che avevamo deciso di usare una “fulfilment house” (una società esterna) per il confezionamento e la spedizione ai sostenitori dei prodotti del catalogo di raccolta fondi, esclamò: “Non so cosa sia una fulfilment house, ma sembra bellissimo!”.

La sua incredibile capacità di appisolarsi durante alcune riunioni particolarmente noiose, per poi risvegliarsi all’improvviso e intervenire subito in modo appropriato, faceva invidia a tutti noi (molto più di quanto lo fosse il suo bizzarro cagnolino “Stubbs” che, essendo diventato troppo vecchio per restare a casa da solo, era obbligato ad accompagnare Virginia in ufficio con suo, e nostro, disappunto).

Da tempo andavo dicendo che, in 44 anni, Virginia era l’unica persona con cui Survival avesse maturato un vero debito; sono felice di avere avuto l’opportunità di dirglielo e di dirle addio poco prima che lasciasse Londra per l’ultima volta. Il suo impegno verso i popoli tribali è stato totalmente altruista e incrollabile, nonostante tutte le avversità. Alcune tradizioni asiatiche definiscono questo tipo di persone come “bodhisattva”. È inutile dire che Virginia si sarebbe meravigliata dell’epiteto e non l’avrebbe accettato. Ma lo era, e per me è stato senza dubbio un privilegio e un onore conoscerla.

Un gruppo di amici Oromo ha attraversato l’Inghilterra su un minibus a noleggio per poterle fare una breve visita prima della morte. Dotata di una calma determinazione, Virginia ha affrontato i momenti finali della malattia con lo stesso coraggio, la stessa dignità e la stessa forza con cui affrontava i signori della guerra somali, i dittatori africani e i leoni del Kalahari.

Survival ha istituito e intitolato a lei uno stage annuale permanente presso la sede centrale di Londra, per incoraggiare i giovani attivisti a seguire i suoi grandi passi. Non sarà dimenticata!

Lo staff di Survival e i membri del Consiglio porgono le loro più sentite condoglianze alla famiglia.


Una selezione di tributi dal campo


Non era facile combattere con così tanto coraggio per ridare fiducia al popolo oppresso degli Ogiek durante la dittatura, alla fine degli anni ’90.

Ci mancherà molto, era il nostro mentore… lottando per i diritti umani non ha mai lasciato nessuna pietra capovolta. Che Dio Onnipotente possa far riposare il suo Spirito in pace eterna. Vivremo sempre per ricordarla.

Joseph Sang, Ogiek

Vorrei esprimere le nostre più sentite condoglianze per la scomparsa del grande soldato dei diritti umani. Gli Ogiek la ricorderanno sempre per la sua umiltà e per la sua lotta per i popoli indigeni.

Che Dio Onnipotente salvi la sua anima.

Daniel Kobei, Ogiek

Ci dispiace molto per Virginia. Mandiamo alla famiglia le condoglianze dei Boscimani della Central Kalahari Game Reserve (CKGR). Siamo in lutto con loro.

Jumanda Gakelebone, Boscimane

Abbiamo saputo della morte di Virginia Luling. È una grave perdita per i popoli indigeni africani, per la comunità dei diritti umani e, senza dubbio, per tutti voi che avete lavorato con lei a Survival e per la sua famiglia.

Vi porgiamo le nostre più sentite condoglianze.

Nigel Crawhall, Commisione di Coordinamento dei Popoli Indigeni d’Africa

Stage “Virginia Luling”

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