Un dibattito pericoloso

Questa pagina è stata creata nel 2016 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

La tesi degli studiosi

Nel 2015, gli accademici statunitensi Robert S. Walker e Kim R. Hill hanno pubblicato un editoriale fuorviante e pericoloso sulla rivista Science. Affermavano che i popoli incontattati avrebbero dovuto essere contattati per il loro bene – ignorando così secoli di devastazioni causate dal contatto forzato. Malattie e violenze hanno spazzato via intere tribù a seguito del primo contatto, e hanno ridotto molte altre a pochi sopravvissuti. Secondo gli studiosi, “se ben progettato, il contatto può essere abbastanza sicuro”. Tuttavia, gli esempi che scelgono per sostenere la loro argomentazione sono stati in realtà catastrofici e hanno causato la morte di moltissimi indigeni.
Secondo Hill e Walker, se ben progettato il contatto puo essere sicuro. Ma Jakarewyj Awa (a sinistra) si è ammalata gravemente proprio a seguito del primo contatto, nonostante il presidio medico nelle vicinanze. © Survival International 2015
Per decenni la politica ufficiale del Brasile era proprio il contatto forzato, e questo ha causato la decimazione di numerose tribù. È stata proprio questa devastazione a convincere il Dipartimento agli Affari Indigeni del Brasile FUNAI ad adottare, alla fine degli anni ‘80, la politica di protezione delle terre delle tribù incontattate e abbandonare quella del contatto forzato. I professori Hill e Walker sostengono, inoltre, che i popoli isolati “non possono sopravvivere nel lungo termine (are not viable in the long term)”. Tuttavia, nel mondo ci sono più di un centinaio di tribù incontattate; quando le loro terre sono protette, possono prosperare. Hill e Walker – e chiunque altro proponga il contatto forzato – fanno il gioco di chi vuole rubare le terre indigene nel nome del “progresso” e della “civilizzazione”, e aprire l’Amazzonia all’estrazione di risorse naturali e agli “investimenti”.
 

Esperti e popoli indigeni rispondono

Indigeni ed esperti da tutto il mondo – tra cui il FUNAI, Dipartimento agli Affari Indigeni del Brasile – hanno criticato duramente le idee degli accademici definendole “arroganti”, “pericolose” e “genocide”. “Sappiamo che alcuni antropologi hanno chiesto il ‘contatto controllato’ degli Indiani incontattati… non permetteremo che questo accada perché sarebbe il genocidio di un altro popolo… di un gruppo indigeno che non vuole il contatto” ha detto Olímpio Guajajara, del popolo contattato dei Guajajara.
Survival si oppone ai tentativi di esterni di contattare tribù isolate, perchè questo è sempre letale. Sono loro a dover scegliere se avviare il contatto. Chi entra nei territori delle tribù incontattate nega loro questa scelta.
 

La strada da percorrere

La chiave per fermare lo sterminio dei popoli indigeni è proteggere i loro diritti territoriali – risconosciuti dalla legge nazionale e internazionale. Se le loro terre non saranno protette, per tutti i popoli tribali incontattati sarà la catastrofe. Survival sta facendo tutto il possibile per rendere le loro terre sicure, e dar loro la possibilità di determinare autonomamente il proprio futuro.
Firma la dichiarazione globale per i popoli incontattati
 

Scopri di più…

- L’editoriale pubblicato sulla rivista americana Science
- Survival attacca l’editoriale di Science
- Tribù contro il contatto forzato dei popoli incontattati
- Organizzazioni indigene respingono le tesi di Hill e Walker
- Olimpio Guajajara critica la proposta di ‘contatto controllato’ con le tribù
- Esperti brasiliani criticano la proposta di contatto forzato delle tribù isolate
- Lettera aperta del Dipartimento brasiliano agli Affari Indigeni FUNAI
- L’articolo del Direttore generale di Survival, Stephen Corry, su Truthout
- La campagna di Survival per le tribù incontattate
- La dichiarazione globale per i popoli incontattati

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