Il mondo celebra la giornata ONU per i popoli indigeni

9 agosto 2011

Una famiglia di Chakma dalle Chittagong Hill Tracts del Bangladesh. © Mark McEvoy/Survival

Questa pagina è stata creata nel 2011 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Oggi, Survival, un numero elevatissimo di organizzazioni indigene e molte nazioni del pianeta celebrano la giornata internazionale dei popoli indigeni del mondo. La ricorrenza fu istituita diciassette anni fa “per rafforzare la collaborazione internazionale verso la soluzione dei problemi vissuti dai popoli indigeni”.

Il direttore generale di Survival International la descrive come “un’importante occasione per riconoscere i popoli tribali e il loro diritto alla sopravvivenza e all’autodeterminazione”. In concomitanza con la giornata, Survival ha diffuso 9 fatti poco conosciuti su questi popoli, per diffondere la comprensione e il rispetto nei loro confronti.

Le persone di tutto il mondo sono incoraggiate a celebrare il 9 agosto partecipando alle iniziative e ai dibattiti promossi per la ricorrenza. Molte comunità, come quelle degli Jumma del Bangladesh, hanno deciso di trascorrere la giornata protestando a Bruxelles e Parigi, per richiamare attenzione sulla loro causa.

A Kathmandu, molti gruppi indigeni nepalesi hanno preso parte ai raduni culturali e oltre 300 indigeni si sono riuniti nella città malese di Sabah focalizzando l’attenzione sui diritti delle donne che, nonostante l’importante contributo dato alla società, restano largamente sottovalutate.

Presso il quartier generale dell’ONU a New York, il tema principale di questa edizione della giornata internazionale è stato quello della rivitalizzazione e della conservazione delle comunità indigene proteggendo contemporaneamente le loro espressioni artistiche e le proprietà intellettuali.

Oltre ad evidenziare la responsabilità che i consumatori di conoscere le storie personali che si nascondono dietro le produzioni tessili nelle aree indigene, l’ONU ha anche cercato di sottolineare i pericoli insiti nei progetti di sviluppo

L’Alto Commissario ONU per i diritti umani Navi Pillay ha criticato “lo sfruttamento iniquo e ingiusto effettuato nel nome dello ‘sviluppo’”; Pillay ha sottolineato come molti progetti realizzati sotto la bandiera dello sviluppo “finiscano con il generare violazioni dei diritti umani che comprendono sfratti forzati, spostamenti e persino la perdita della vita”.

Navi Pillay ha invitato gli Stati a rivalutare le loro “a volte contraddittorie o antiquate leggi sull’attività mineraria o l’accaparramento di terra”. Survival è d’accordo e crede che sia essenziale che i governi sostengano e ratifichino la Convenzione ILO 169, l’unica legge internazionale disegnata per proteggere i diritti dei popoli tribali.

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