Wilderness Safaris

Questa pagina è stata creata nel 2013 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Ecco cosa dice la Wilderness Safaris:

“I nostri viaggi cambiano la vita della gente”

La Wilderness Safaris afferma che i suoi viaggi “cambiano la vita della gente”. Questo è sicuramente vero nel caso del suo Kalahari Plains Camp: il complesso, infatti, si trova nelle terre ancestrali dei Boscimani ma gli indigeni non sono stati consultati prima della sua costruzione.

La compagnia ha aperto il complesso dopo aver firmato un contratto d’affitto con il governo, che spera di sviluppare il turismo all’interno della riserva. Tuttavia il contratto non riconosce ai Boscimani il diritto a utilizzare e occupare i loro territori tradizionali, come stabilito dalla sentenza della Corte Suprema nel 2006.

“Diversi clan boscimani hanno prosperato in questo territorio per secoli.”

La Wilderness Safaris ha collocato il Kalahari Plains Camp all’interno del territorio tradizionale dei Kgei, un gruppo di Boscimani Gana.

I confini del territorio boscimane sono stati concordati nel 2001 nel corso di un incontro tra l’organizzazione dei Boscimani First People of the Kalahari e il Dipartimento governativo preposto ai parchi nazionali.


Ragazzo Boscimane, Botswana. © Fiona Watson/Survival

Nel 2006, la sentenza della Corte Suprema ha riconosciuto ai Boscimani il diritto legale e costituzionale di occupare le terre ancestrali. Questo significa che hanno il diritto di occupare e utilizzare tutti i loro territori, compresa la zona in cui è sorto il complesso turistico e l’area circostante utilizzata per i safari.

“Nel deserto, l’acqua è il bene più prezioso”

La Wilderness Safaris sa che “nel deserto l’acqua è il bene più prezioso”. Sa anche che i Boscimani stanno lottando perché non hanno accesso all’acqua. Il Relatore Speciale delle Nazioni Unite per i popoli indigeni, infatti, ha sottolineato che all’interno della riserva i Boscimani “devono affrontare condizioni di vita dure e pericolose a causa dell’impossibilità di accedere all’acqua.” Questo, però, non ha impedito alla Wilderness Safaris di realizzare una piscina all’interno del suo complesso turistico.

“Cerchiamo di coinvolgere attivamente i locali [i Boscimani] e di integrarli in un’industria di ecoturismo che sia potenzialmente di mutuo vantaggio.”

(Dalla consociata Safari Adventure )


Donna Boscimane. © Survival

Sebbene abbia aperto il suo complesso turistico senza neppure consultare i Boscimani, la Wilderness Safaris afferma di coinvolgerli attivamente. In ogni caso, non esiste alcun “mutuo vantaggio” con il Kalahari Plains Camp: mentre i suoi ospiti possono sorseggiare cocktail sul bordo di una piscina, gli indigeni hanno il divieto di usare il loro pozzo e stentano a trovare l’acqua necessaria per sopravvivere.

“Una camminata nella natura insieme a questi sapienti Boscimani… non solo valorizzerà il vostro safari, ma potrebbe addirittura cambiare il vostro approccio alla vita!”

La Wilderness Safaris utilizza i Boscimani per promuovere il Kalahari Plains Camp, offrendo ai suoi ospiti l’esperienza di una “passeggiata boscimane”. Agli ospiti potrebbe interessare sapere che, mentre la passeggiata consente loro di avere “un assaggio della cultura unica di questo affascinante popolo”, i Boscimani sono costretti a camminare anche 300 miglia per trovare un sorso d’acqua.

*  I Boscimani
*  Notizie: Rapporto ONU condanna trattamento inflitto ai Boscimani dal governo del Botswana
*  Notizie: Boscimani – 8 anni senz’acqua

Dal web

* Survival risponde alla Wilderness Safaris
* Il sito della Wilderness Safaris
* La Wilderness Safaris su Facebook
* La Wilderness Safaris su Twitter


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