Organizzazioni indigene attaccano lo Zoo di Londra: “Perché chiedono soldi per aiutarci?”

13 febbraio 2020

Budhan Mahato, sfrattato a 12 anni dal villaggio Kastuhani nel Parco Nazionale Chitwan (Nepal, 2018). © Survival (Sophie Grig)

Questa pagina è stata creata nel 2020 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Lo Zoo di Londra (London Zoo) è stato fortemente criticato da organizzazioni indigene del Nepal per un video promozionale di raccolta fondi che gli attivisti definiscono “spazzatura paternalista”.

Tre organizzazioni che rappresentano i Tharu (sfrattati dal famoso parco nazionale Chitwan, in Nepal) hanno scritto alla Società Zoologica di Londra (ZSL), la casa madre dello Zoo, affermando: “La ZSL non fa nulla per aiutare i Tharu che sono stati sfrattati dal parco in nome della conservazione, allora perché chiedono soldi per aiutarci?”.

La Società Zoologica di Londra lavora nel parco nazionale Chitwan dal 1997, e dal 2013 sostiene le pattuglie dei guardaparco anti-bracconaggio. La ZSL sostiene anche di lavorare con “le comunità nei dintorni dei parchi nazionali Chitwan e Bardia per sostenere i loro mezzi di sussistenza e risolvere il problema della competizione esistente per i pascoli tra il bestiame e la fauna selvatica”.

Il video della Società Zoologica suggerisce che gli abitanti locali danneggiano la foresta, ma le organizzazioni dei Tharu spiegano: “La foresta e gli animali sono lì solo perchè noi li abbiamo protetti per migliaia di anni. Noi siamo i veri custodi della foresta… Se qualcuno vuole sostenere le comunità, allora che riconosca i nostri diritti alle nostre terre a a gestire e proteggere la nostra foresta da soli… Faremo un lavoro migliore di quello del governo e delle Ong!”

Le organizzazioni dei Tharu hanno inviato una lettera a Alok Sharma, Segretario di Stato per lo Sviluppo Internazionale, perché il governo britannico ha promesso di raddoppiare le donazioni ricevute entro il 31 dicembre.

“Questo video è spazzatura paternalista” ha commentato Sophie Grig, ricercatrice di Survival che ha visitato le comunità sfrattate dal parco di Chitwan. “Non ha alcun senso suggerire che il miglior modo per salvare la foresta e gli animali sia assicurarsi che ‘le comunità non dipendano più dalla foresta per sopravvivere’. Quelle foreste si trovano lì proprio perché gli abitanti locali le hanno gestite e protette per moltissimo tempo. I Tharu adorano la tigre e hanno rapporti speciali con molti animali, tra cui gli elefanti che, dicono loro, capiscono solo la lingua tharu. Un uomo Tharu mi ha detto ‘Noi possiamo comunicare con gli elefanti per dono divino’”.

Con la creazione del parco, le comunità indigene di Chitwan hanno sofferto enormemente. Nel nome della conservazione sono state sfrattate con la forza, picchiate, torturate e persino uccise. I benefici comunitari promessi dal parco vanno principalmente ai migranti e non agli indigeni che sono stati sfrattati e a cui il parco ha rubato terre e risorse.

Turisti nel Parco Nazionale Chitwan. I popoli indigeni sono stati sfrattati dal parco, ma i turisti paganti sono benvenuti. © Survival (Sophie Grig)

“È ormai ampiamente riconosciuto che i popoli indigeni si prendono cura delle regioni a maggiore biodiversità al mondo” ha dichiarato oggi Stephen Corry, Direttore Generale di Survival International. “Eppure, il modello coloniale della cosiddetta ‘conservazione’ è ancora ampiamente praticato in gran parte del Sud del Mondo, e dalle più grandi Ong per la conservazione. È una macroscopica violazione dei diritti umani ed è giunto il momento di porvi fine. Chi sostiene tutto questo, sostiene abusi di enorme portata.”

Condividere