Conferenza mondiale sul Commercio Illegale di Fauna Selvatica: Charles scrive una lettera aperta ai Principi William e Harry

12 ottobre 2018

I Principi Harry, William e Carlo. I gruppi per la conservazione sostenuti dai tre reali finanziano guardie forestali accusate di numerosi abusi contro i popoli indigeni. © Survival

Questa pagina è stata creata nel 2018 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Charles Nsonkali ha scritto ai Principi William e Harry chiedendo loro di intervenire con urgenza per fermare le terribili atrocità commesse dall’industria della conservazione contro i Baka del Camerun. Charles è Program Supervisor di Okani, un’organizzazione indigena della regione orientale del Camerun.

Charles Jones Nsonkali lavora per l'organizzazione baka Okani e lotta da trent’anni per i diritti dei Baka. © Survival

Secondo Charles, le guardie forestali che pattugliano le aree protette dell’Africa centrale “torturano i Baka e rendono la loro vita un inferno. Costringono i Baka a spogliarsi e li picchiano, li umiliano, li costringono a gattonare a quattro zampe, e distruggono i loro accampamenti e i loro beni.”

Le guardie vengono finanziate, addestrate e supportate da organizzazioni per la conservazione occidentali, tra cui la Wildlife Conservation Society (WCS) e il WWF.

Survival International, il movimento mondiale per i popoli indigeni, ha pubblicato la lettera di Charles in occasione della Conferenza sul Commercio Illegale di Fauna Selvatica (Illegal Wildlife Trade Conference) in corso a Londra in questi giorni, a cui parteciperanno anche i Principi.

William e Harry sono Ambasciatori di United for Wildlife, una partnership di alcune organizzazioni per la conservazione tra cui il WWF e la WCS. Il Principe Carlo è invece Presidente del WWF UK.

Una locandina della campagna di Survival International che denuncia le atrocità commesse dalle guardie forestali contro i Baka e altri popoli indigeni. © Survival International

Oltre a descrivere le violenze subite dalle comunità baka, la lettera denuncia l’esclusione deliberata – e controproducente – dei popoli indigeni dalla conservazione, nonostante essi conoscano il loro ambiente e la sua fauna meglio di chiunque altro.

“I conservazionisti sembrano pensare che solo gli esterni vogliano prendersi cura della natura, e che siano gli unici a farlo efficacemente, ma per me questo non ha senso…” scrive Charles. “Chi può volersi prendere cura della natura più delle persone che la chiamano casa e che dipendono da essa per la propria sopravvivenza? Chi può sapere come prendersene cura meglio di chi ha camminato nella foresta ogni giorno della sua vita e che ne conosce ogni pianta, ogni albero, ogni creatura? Dovete lavorare con queste persone, non contro di loro!”

Di recente, un video sul viaggio in Africa del Principe William è stato criticato per aver incluso soltanto le prospettive sulla conservazione dei non-africani, promuovendo lo stereotipo del “salvatore bianco”.

“Il video illustra il nuovo paradigma coloniale britannico: il regno della ‘conservazione’” ha commentato l’ecologista keniano e autore di The Big Conservation Lie, Mordecai Ogada. “Questa è l’unica arena in cui l’erede al trono può girare per le colonie e dire ai suoi sudditi come dovrebbero prendersi cura delle proprie risorse.”

Survival International denuncia gli abusi commessi dalla conservazione contro i popoli indigeni da più di trent’anni. “Questo video è rappresentativo della propaganda razzista che promuove i bianchi come i salvatori dell’Africa: i non-Africani sono presentati come i veri esperti della conservazione, mentre i locali non hanno altro da dire se non ‘grazie’” ha dichiarato oggi il Direttore generale di Survival International, Stephen Corry. “Questo approccio è obsoleto, e se non cambierà, distruggerà la conservazione stessa. I popoli indigeni sono i migliori custodi del mondo naturale: il movimento per la conservazione non dovrebbe solo ascoltarli, ma lasciarsi guidare da loro.”

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