Terminologia

I nomi utilizzati per descrivere collettivamente quelli che vengono generalmente chiamati “popoli indigeni” o “popoli tribali” sono moltissimi. Ma non ce n’è nessuno che sia pienamente soddisfacente.

Popolo

Per capire cosa si intende per “indigeno” e “tribale” è essenziale prima comprendere il significato della parola “popolo”. Per “popolo” si intende, infatti, una società distinta e identificabile. Spesso questo termine viene utilizzato per indicare una nazione – gli Italiani sono un popolo, allo stesso modo dei Francesi o dei Marocchini. Ma all’interno di uno stesso paese possono convivere più popoli diversi, come nel caso della Gran Bretagna, dove Inglesi, Scozzesi e Gallesi esistono come popoli distinti.

La popolazione mondiale è suddivisa in innumerevoli popoli e ognuno di essi ha caratteristiche proprie – dei segni distintivi – atti a indicare l’appartenenza. Tra le caratteristiche più evidenti ci sono lingua e identità comuni.

Indigeno

La parola “indigeno” ha la stessa radice latina delle parole “genere”, “genitali”, “generazione” e “Genesi”, ed è quindi legata alla nascita, alla riproduzione e alla discendenza. Ha lo stesso significato del termine “nativo”, ma in molti luoghi la parola “nativo” non viene più usata a causa dei suoi retaggi colonialisti.

Gli indigeni sono i discendenti di coloro che abitavano un certo luogo prima di altri, che poi ne sono diventati la società prevalente e dominante. Si definiscono in parte per la discendenza, in parte per particolari caratteristiche che segnano la loro diversità rispetto a coloro che sono arrivati dopo (come la lingua e lo stile di vita), e in parte per il modo in cui essi stessi si considerano.

Nessuna categorizzazione dei popoli indigeni è assoluta ad eccezione, forse, di quel che concerne la questione del “controllo”. Nella maggior parte dei casi, infatti, oggi il termine “popoli indigeni” viene utilizzato per indicare un gruppo che precedentemente aveva il controllo di terre che poi sono state prese da chi è arrivato in seguito; gli indigeni sono soggetti al dominio di altri. In questo senso, la discendenza diventa meno importante della percezione politica.

È importante notare che non tutti i popoli indigeni sono anche “tribali”: gli Indiani Quechua e Aymara delle Ande, ad esempio, costituiscono quella che potrebbe essere definita una classe contadina indigena: formano la maggior parte della popolazione rurale e agraria dell’Ecuador, del Perù e della Bolivia, e sono spesso integrati all’interno dell’economia nazionale.

Tribù, tribale

Una tribù è un popolo distinto, che dipende dalla terra per il proprio sostentamento, è largamente auto-sufficiente e non è integrato nella società nazionale.

Secondo le stime ONU, i popoli indigeni del mondo contano 476 milioni di persone. Rappresentano il 6% della popolazione del nostro pianeta e sono distribuiti in più di 90 nazioni diverse. Tra loro, circa 150 milioni sono classificati in senso stretto come “popoli tribali”. Tuttavia, sebbene quasi tutti i popoli tribali siano anche indigeni, alcuni di essi non sono indigeni all’area in cui vivono.

È importante distinguere tra indigeno e tribale non solo perché i popoli tribali godono di uno status speciale riconosciuto dalla legge internazionale, ma anche perché devono affrontare problemi diversi, oltre a quelli condivisi con la più ampia categoria dei popoli indigeni.

Incontattati

Popoli che non hanno contatti pacifici con la società dominante. Nel mondo ci sono circa 100 tribù incontattate. Domande e risposte sui popoli incontattati

Alcuni termini geograficamente connotati:

Aborigeni, Autoctoni, Nativi

Tutte e tre queste parole sono sinonimo di indigeno.

“Aborigeno” è il termine più utilizzato per indicare i popoli indigeni dell’Australia. Il termine è ora considerato dispregiativo.

Il termine “autoctono” è difficilmente utilizzato fuori dall’India, dove invece viene usato principalmente per riferirsi ai popoli delle Isole Andamane e Nicobar.

La parola “nativo” è ormai diventata obsoleta in molti luoghi del mondo per i suoi rimandi al periodo coloniale. Tuttavia, viene spesso utilizzata per indicare i popoli indigeni del Canada e degli Stati Uniti, dove è usata anche dagli indigeni stessi.

Adivasi

L’India vanta la maggiore concentrazione di popoli tribali al mondo, che rappresentano quasi il 9% della popolazione. Il termine “adivasi” viene utilizzato collettivamente per indicare molte delle centinaia di popoli tribali presenti nel paese.

Amerindi / Amerindiani

Si riferisce a qualsiasi membro dei popoli indigeni delle Americhe. Fortemente caduto in disuso, anche se è ancora oggi il termine più usato in Guyana per descrivere i popoli indigeni della nazione.

Asiatici neri

Un termine generale per indicare le tribù nere dell’Asia, che spesso gli antropologi chiamano “Negritos”.

Basarwa

Il termine significa “Boscimani” nella lingua del Botswana, il setswana, ma ha un’accezione peggiorativa. (in Botswana, la parola “San” non viene utilizzata.)

Boscimani

È un termine collettivo usato per indicare le centinaia, probabilmente migliaia, di tribù che costituirono gli unici abitanti dell’Africa meridionale fino a quando non arrivarono popoli più numerosi da nord. Esistono molti gruppi diversi di Boscimani, ognuno con una propria lingua e, quindi, un nome diverso per definirsi. Per questo motivo non c’è accordo su un termine unico e generico da utilizzare per identificare tutti questi popoli. Di fatto, non esiste alcun termine condiviso e privo di accezioni negative per riferirsi a tutte le tribù boscimani esistenti.

La parola “Boscimane” deriva dall’olandese/afrikaans “Bosjemans” o “Bossiesmans”, che significa “bandito” o “fuorilegge”, ed è in uso sin dal 1680. Solo più tardi il suo significato è stato ristretto al popolo conosciuto oggi come Boscimani.

Survival usa il termine Boscimani per due ragioni. Innanzitutto, perché quando abbiamo chiesto ai Boscimani la loro opinione in merito, questi hanno generalmente affermato di preferire la parola inglese “Bushman” (Boscimane) alle parole Basarwa o San. Inoltre, è la parola più familiare ai più, e questo è un aspetto da non sottovalutare quando si ha la necessità di diffondere in modo capillare e chiaro informazioni sulle lotte per la sopravvivenza di questo popolo.

Eschimesi

Termine usato in passato per descrivere gli Inuit. All’origine del rifiuto della parola “eschimese” sta l’idea che il nome avesse un carattere dispregiativo.

Gitani

Vedi “Rom”.

Indiani

In questo contesto “Indiani” (traduzione italiana dello spagnolo “Indio”) indica i popoli indigeni delle Americhe. Il termine deriva dalla convinzione, errata, che Colombo avesse circumnavigato il globo e che fosse sbarcato nell’Asia orientale invece che nelle Americhe. Sebbene alcuni ritengano che abbia una connotazione negativa; è un termine ampiamente utilizzato dagli stessi popoli indigeni in diverse parti delle Americhe, in particolare negli Stati Uniti e in Brasile.

Inuit

“Inuit” è il termine più utilizzato oggi per indicare i popoli che un tempo venivano chiamati “Eschimesi”. È anche il nome che gran parte dei popoli dell’Artico utilizzano per se stessi. Il termine è meno utilizzato in Alaska e in Siberia, anche perché una definizione più tecnica degli Inuit escluderebbe alcuni popoli indigeni dell’Alaska.

Negrito

Vedi “Asiatici neri”.

Pellerossa

Questo termine non è quasi mai stato usato dagli indigeni per riferirsi a se stessi, ha connotazioni razziste e per questo è da evitare.

Prime Nazioni

Espressione utilizzata in Canada per descrivere i popoli indigeni del paese.

Pigmei

È un termine collettivo usato per indicare diversi popoli di cacciatori-raccoglitori del bacino del Congo e di altre regioni dell’Africa centrale, generalmente considerati indigeni del luogo. Il termine è considerato dispregiativo – ed è quindi evitato – da alcuni indigeni, ma allo stesso tempo viene utilizzato da altri come il nome più facile e conveniente per riferirsi a se stessi. Come per il nome “Boscimani”, non esiste un’altra parola unica e accettata da tutti per definire i vari e diversi popoli pigmei nel loro insieme. Poiché si tratta della denominazione più comprendibile ai più, Survival ha deciso di utilizzarla pur riconoscendone e sottolineandone la problematicità. L’aggettivo “pigmei” viene utilizzato anche per descrivere diverse tribù di Asiatici neri, anche se in questo contesto può avere una vera e propria accezione negativa.

Rom

I Rom discendono, almeno in parte, dal popolo che lasciò l’India per il Medio Oriente e che qualche secolo dopo, nel 1400, arrivò nell’Europa occidentale. Non sono un popolo indigeno dell’Europa e non possono essere definiti “tribali”; tuttavia spesso vengono chiamati in causa nei dibattiti che riguardano le questioni indigene poiché alcuni dei problemi che i Rom devono affrontare affliggono anche i popoli indigeni e tribali.

San

Una parola particolarmente utilizzata dagli antropologi a partire dagli anni ’70 per evitare il termine “Boscimane”, che aveva assunto connotazioni dispregiative e sessiste. Sfortunatamente, anche questo termine viene considerato dispregiativo.

Stile di vita:

Allevatori

Vedi “pastori”

Cacciatori-raccoglitori

Le tribù di cacciatori-raccoglitori si nutrono cacciando selvaggina, tra cui anche pesce, e raccogliendo piante che in gran parte crescono “spontaneamente”, ovvero senza essere coltivate. Tuttavia, le definizioni degli stili di vita non sono mai assolute: i cacciatori-raccoglitori possono favorire la crescita di alcune piante a loro utili vicino alla zona in cui vivono, mentre alcune tribù posseggono anche del bestiame.

Nomade/ semi-nomade

Questi termini differiscono in base alla quantità di tempo che una tribù trascorre in un luogo prima di muoversi: i popoli semi-nomadi si muovono meno frequentemente di quelli nomadi. Gli spostamenti dei popoli nomadi possono apparire casuali agli esterni ma non è affatto così. I nomadi ritornano ai vecchi accampamenti, e spesso i percorsi seguono cicli stagionali che permettono loro di sfruttare le risorse disponibili nei diversi periodi dell’anno. Grazie ai punti di riferimento della natura, le tribù sanno sempre e con precisione dove si trovano.

Pastori

I Pastori (definiti anche come allevatori) vivono per lo più dei prodotti derivati dal latte e dalla carne dei loro animali. Vengono spesso descritti come “nomadi” o “semi-nomadi”.

Pratica del debbio

La pratica del debbio, conosciuta anche come “coltivazione a rotazione”, prevede prima la pulizia del terreno da destinare alla coltivazione (generalmente attraverso l’incendio), e poi la messa a riposo del terreno per qualche anno, per permettergli di rigenerarsi. In tutto il mondo, i governi mondiali hanno a lungo cercato di sradicare la pratica del debbio, spesso chiamata in modo dispregiativo “taglia e brucia”, sulla base della falsa convinzione che essa sia causa di deforestazione. Ulteriori informazioni qui

Taglia e brucia

Vedi “Pratica del debbio”.

Miscellanea:

Antico /arcaico

Queste parole vengono spesso utilizzate per descrivere i popoli tribali, a volte anche dai loro stessi sostenitori. In realtà, sono termini che significano “del lontano passato” e quindi insinuano, erroneamente, l’idea che i popoli tribali siano rimasti immutati nel corso del tempo. Al contrario, tutte le società evolvono e si trasformano, anche se naturalmente non tutti lo fanno nello stesso modo. I popoli tribali vivono nella nostra stessa epoca, e non sono “arretrati”: affermare che lo siano, alimenta stereotipi razzisti e dispregiativi a lungo utilizzati per pretendere di giustificare la loro distruzione.

Cultura

Entrambi i termini “cultura” e “tradizionale” possono veicolare pregiudizi: spesso si crede che si riferiscano a qualcosa di statico e non mutevole, e per questo rivolto al passato. In realtà, con cultura ci si riferisce semplicemente al comportamento derivato da tutte quelle conoscenze, esperienze, storie e caratteristiche che rendono un popolo diverso dall’altro. Proprio come le persone, anche le culture e le tradizioni cambiano in continuazione. A volte il cambiamento è veloce e visibile, mentre in altri casi, e in altri luoghi, è meno evidente o più lento.

Moderno/ Modernità

I termini “moderno” e “modernità” significano letteralmente “appartenente o riconducibile al tempo presente”, in opposizione al passato. Tuttavia, spesso la parola “modernità” viene confusa con “industrializzazione”. Per questo, affermazioni come “La tribù degli Ayoreo si è trovata faccia a faccia con il mondo moderno” sono sbagliate: anche gli Ayoreo fanno parte del mondo moderno! Nelle linee guida della BBC si legge “Attenzione a non confondere un popolo ‘non-industrializzato’ con uno che ‘non fa parte del mondo moderno’, o del XXI secolo”.

Primitivo

Descrivere un qualunque popolo come “primitivo” – un aggettivo etnocentrico e razzista a lungo utilizzato durante il periodo coloniale per descrivere i popoli indigeni – non è più accettabile, qualunque sia il contesto. Dire che una tribù è “primitiva” implica l’idea che sia “arretrata”, e questo ha conseguenze gravi e reali sul suo benessere. Regolarmente, infatti, i governi approfittano della falsa credenza che i popoli tribali siano “primitivi” per sfrattarli dalle loro terre e aprire le porte agli esterni e allo sfruttamento delle risorse naturali in esse custodite.

Età della pietra

“Età della pietra” è un termine utilizzato dagli storici per descrivere il periodo preistorico precedente all’Età del bronzo. Per questo, descrivere un qualsiasi popolo contemporaneo come “risalente all’Età della pietra” significa insinuare che i suoi membri siano i rappresentanti viventi di un periodo di sviluppo precedente. Questo non solo è scientificamente sbagliato, poiché tutte le società cambiano e si adattano, ma è anche pericoloso (vedi “Primitivo”).

Non sarebbe corretto nemmeno se si volesse restringere la definizione al significato “che utilizza strumenti di pietra”. Nel mondo non si conoscono tribù che utilizzano esclusivamente strumenti di pietra: tutte hanno accesso al metallo, ad esempio attraverso il commercio inter-tribale.

Nel XXI secolo non esistono tribù dell’Età della pietra.

Tradizionale

Vedi “Cultura”.