Gli ufficiali governativi ammettono l'illegalità della diga sul Narmada

13 dicembre 2007

Questa pagina è stata creata nel 2007 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Un direttore dell'agenzia governativa responsabile della molto discussa diga Sardar Sarovar sul fiume Narmada ha ammesso che la costruzione di questo impianto, alto ben 121.9 metri, ha provocato l'illegale distruzione di case e fattorie, sommerse dalle acque.

Gli effetti della costruzione della diga hanno colpito anche il popolo tribale dei Bhil.

Per un governo è illegale permettere che case e fattorie vengano sommerse da una diga senza che sia stato preventivamente effettuato un piano di reinsediamento, ma molte delle famiglie colpite sono state di fatto lasciate senza case e senza terre.

Shri Afroz Ahmad dell'Autorità di Controllo del Narmada ha inoltre ammesso che poiché queste famiglie non sono state dovutamente trasferite e reinsediate, non può essere attuato il piano di innalzamento della diga. In novembre, più di 500 dimostranti, inclusi membri dei Bhil, contadini e pescatori, si sono riuniti per chiedere che l'altezza della diga venga immediatamente ridotta a 110 m.

Coloro che sono stati privati delle loro case, sostenuti dall'organizzazione Narmada Bachao Andolan (NBA), hanno combattuto contro la costruzione della diga per oltre vent'anni. Ogni anno, quando i villaggi vengono sommersi durante la stagione delle piogge monsoniche, gli indigeni, altre famiglie sfollate e i loro sostenitori restano immersi con l'acqua fino al collo per protestare contro la diga e contro il catastrofico fallimento governativo nel provvedere a una nuova sistemazione. Hanno giurato di preferire lasciarsi annegare piuttosto che muoversi.

Survival apprende con soddisfazione le ammissioni circa l'illegalità della diga e chiede che la sua altezza venga immediatamente ridotta. Chiede anche che vengano assegnate nuove terre agli indigeni che hanno visto le proprie case distrutte dalle acque.

Condividere