Indiani nomadi dell’Amazzonia chiedono giustizia
3 dicembre 2010
Questa pagina è stata creata nel 2010 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.
Dieci Indiani Awá hanno intrapreso un lungo viaggio dall’Amazzonia verso la capitale del Brasile per chiedere alle autorità di proteggere la loro terra.
La loro foresta viene distrutta a un ritmo sfrenato da allevatori, disboscatori e coloni che hanno tracciato una rete stradale nel territorio degli Indiani e vi hanno insediato due comunità, complete di scuole.
Gli Awá sono una delle ultime tribù di cacciatori-raccoglitori rimaste in Brasile e per la loro sopravvivenza dipendono totalmente dalla foresta.
Sono stanchi e disperati di sentire ogni giorno il rumore delle motoseghe che tagliano sempre più alberi e di vedere il fumo della foresta in fiamme.
I più a rischio sono i piccoli gruppi di Awá isolati. Negli ultimi quarant’anni molti di loro sono stati uccisi da killer al soldo degli allevatori. Il continuo arrivo di invasori non ha fatto altro che accrescere il pericolo di conflitti violenti.
Nel corso di una riunione con i procuratori federali, Itxai Awá ha dichiarato: “Abbiamo cercato di risolvere il problema nello stato del Maranhão, ma non abbiamo ottenuto alcun risultato. Così siamo venuti a chiedere aiuto a Brasilia”.
Un altro Awá ha dichiarato: “La nostra terra sarà distrutta. Dove raccoglieremo il miele? Dove cresceremo i nostri figli? Sono terrorizzato dagli allevatori e noi Awà siamo molto preoccupati. Cosa faremo?”
Il procuratore ha risposto agli Awá che “Il Brasile ha voltato le spalle agli indiani, e questo è intollerabile”.
Gli invasori hanno depositato 11 ricorsi contro la sentenza di un giudice che stabiliva che tutti gli esterni dovevano lasciare il territorio degli Awá, e che il FUNAI, il Dipartimento agli Affari Indiani del Governo brasiliano, doveva completare la sua demarcazione.
Le riunioni sono terminate con la promessa di diverse autorità di prendere delle misure concrete ma, come gli Awá sanno troppo bene, il tempo è contato.
