Awá costretti al contatto decidono di tornare nella foresta

8 settembre 2016

Jakarewyj e Amakaria, due donne Awá incontattate, erano entrate in contatto con una comunità stanziale di Awá nel dicembre 2014 © Madalena Borges/CIMI-MA

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A conclusione di una vicenda sorprendente, due donne Awá incontattate dell’Amazzonia brasiliana hanno deciso di fare ritorno alla loro foresta ancestrale, dopo essere state trasportate in città – quasi in punto di morte – con un elicottero.

Jakarewyj e Amakaria erano state costrette a entrare in contatto con alcuni Awá stanziali lo scorso anno: erano circondate dai taglialegna e avevano contratto dall’esterno influenza e tubercolosi, verso cui non avevano difese immunitarie.

Le due sorelle – insieme al figlio di Jakarewyj, Irahoa – avevano vissuto in fuga per anni dopo essere state cacciate dalla loro terra, nascondendosi dai taglialegna e temendo le motoseghe “urlanti”. “Eravamo spaventate… eravamo in trappola”, ha raccontato Irahoa a Survival. Il resto del loro gruppo era stato spazzato via.

Gli alleati degli Awá in Brasile e i sostenitori di Survival di tutto il mondo avevano chiesto al Brasile di intervenire e il governo ha inviato un team di medici esperti. Jakarewyj e Amakaria sono state trasportate d’emergenza in aereo alla capitale statale, dove sono state ricoverate e curate.

Oggi, le due donne hanno deciso di fare ritorno alle loro vite incontattate nella foresta, sebbene la minaccia dei taglialegna persista. Gli Awá contattati hanno raccontato che le due sorelle parlavano sempre con nostalgia della loro foresta e che non gli piacevano il cibo e le medicine a cui non erano abituate, e neppure il caldo del villaggio.

Sembra che, nel tornare a casa, abbiano coperto le loro tracce per non poter essere seguite.

Jakarewyj e Amakaria hanno rischiato di morire nel 2015, dopo essere state esposte a malattie infettive a seguito del primo contatto. © Survival International 2015

“Dobbiamo rispettare la loro scelta di tornare nella foresta, perché è quello che vogliono. Anche se pericoloso, è il luogo che conoscono e che amano” ha detto Rosana Diniz, dell’organizzazione brasiliana per i diritti indigeni CIMI.

Le tribù incontattate sono i popoli più vulnerabili del pianeta. Intere popolazioni sono spazzate via dalla violenza genocida di esterni che rubano loro terra e risorse, e da malattie verso cui non hanno difese immunitarie. Ma quando i loro diritti vengono rispettati, possono prosperare.

Molti Awá contattati hanno detto di preferire la vita prima del contatto. “Quando ero nella foresta, vivevo bene. Se incontrassi uno degli Awá incontattati nella foresta gli direi ‘non uscire! Rimani nella foresta… Non c’è nulla qui fuori per te’” ha detto Wamaxua, un Awá contattato di recente.

Nonostante ciò alcuni esterni, come gli antropologi americani Kim Hill e Robert Walker, continuano a sollecitare il “contatto controllato” delle tribù per integrarle forzatamente nella società dominante.

La decisione delle due donne sembra però fornire una chiara prova del fatto che tanti non solo preferiscono la vita nella foresta, com’era prima del contatto, ma addirittura rifiutano molti dei cosiddetti benefici del “progresso” e della “civilizzazione”.

“Siamo molto felici di sapere che Jakarewyj e Amakaria siano guarite e abbiano potuto decidere autonomamente come vivere”, ha commentato oggi Stephen Corry, Direttore generale di Survival. “Sono solo i popoli incontattati a dover scegliere se iniziare il contatto, e chi entra nei territori delle tribù incontattate nega loro questa scelta. Il viaggio delle sorelle e la loro determinazione non lasciano dubbi: le tribù incontattate lottano senza tregua per vivere nella loro terra, e sta ai governi e all’umanità intera garantire che questo sia possibile.”

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