Filippine: concessioni minerarie “congelate” grazie alle proteste

24 giugno 2010

Un Palawan mentre scala un ponte aereo di canne di giunco per raggiungere la volta degli alberi ginuqu. © Dario Novellino

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Il 7 giugno, seicento persone tra indigeni e contadini sono scesi in strada nell’isola di Palawan, nelle Filippine, per protestare contro l’apertura di miniere di nichel nelle loro terre.

I manifestanti hanno chiesto al governo provinciale di impedire alle compagnie Macro Asia e Ipilian Nickel Mining Corporation (INC) di svolgere attività estrattive in quella che è la loro casa, dichiarata dall’UNESCO Riserva di Biosfera Mondiale. Hanno anche espresso la loro collera verso le autorità che hanno concesso un’iniziale approvazione alla compagnia mineraria canadese MBMI.

Grazie ai negoziati con i manifestanti, il governo provinciale ha accettato di effettuare ulteriori indagini sui progetti di Macro Asia e INC prima di impegnarsi oltre. Le richieste delle compagnie sono state quindi “congelate” fino a quando non saranno chiarite tutte le questioni.

I manifestanti hanno denominato il loro raduno “Karaban”; Karaban è la parola indigena palawan per la faretra di bambù che contiene le frecce delle loro cerbottane. È un simbolo della loro identità e allude, a detta loro, alla loro determinazione a intraprendere qualsiasi azione necessaria” a impedire alle compagnie di entrare nei territori indigeni tradizionali.

“L’attività mineraria non è sviluppo, crea conflitti fra la gente e distrugge la nostra cultura portando valori estranei alla nostra comunità” ha dichiarato il portavoce indigeno di ALDAW (Ancestral Land/Domain Watch) Artiso Mandawa. “Alcuni di noi hanno ancora contatti molto limitati con l’esterno e non sono nemmeno stati registrati durante il censimento nazionale e provinciale. Sono stati i primi ad arrivare su quest’isola ma sembra che per il governo non esistano nemmeno”.

Maman Tuwa, un anziano di una tribù isolata sul Monte Gantong, teme che le miniere possano distruggere la sua comunità: “Se la nostra montagna verrà deforestata, come sopravviveremo? Cosa potremo piantare se il terreno franerà a valle? Come nutriremo i nostri figli? Moriremo sicuramente”.

“Accogliamo con favore la decisione di congelare le concessioni minerarie nella terra del popolo di Palawan” ha dichiarato oggi Stephen Corry, Direttore Generale di Survival, “e sollecitiamo il governo delle Filippine a garantire che nessuna attività mineraria avrà luogo nella terra degli indigeni senza che essi abbiano dato il loro consenso libero, prioritario e informato. Chiederemo al Presidente eletto Benigno Aquino III di revocare il Mining Act del 1995, che è stato tanto disastroso per i popoli indigeni di tutte le Filippine”.

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