#UncontactedTribesWeek – la settimana mondiale di Survival International per i diritti dei popoli incontattati

20 giugno 2023

Alcune maloca (case comunitarie) di un popolo incontattato nella Riserva Indigena di Isconahua, Perù, 2015. © Melissa Medina, IBC

È tornata, dal 19 al 25 giugno, la Uncontacted Tribes Week, la settimana internazionale di sensibilizzazione e mobilitazione organizzata da Survival International per i popoli incontattati del pianeta. 

Oggi nel mondo vivono più di 100 popoli incontattati. Sono parte vitale della diversità umana ma, ovunque si trovino, subiscono minacce letali: dalla violenza genocida al furto di terre e risorse, da devastanti progetti di sviluppo e contatto forzato a malattie importate verso cui non hanno difese immunitarie. 

I popoli incontattati ricavano tutto ciò di cui hanno bisogno per vivere dalla loro terra. Per questo sono i popoli più autosufficienti al mondo. Non hanno bisogno di supermercati né di frigoriferi; non usano auto o telefoni; non inquinano né distruggono. Tutto quello che serve loro per prosperare sono le loro foreste, le loro comunità e la loro straordinaria conoscenza degli ambienti in cui vivono.

Eppure le loro terre sono sempre più sotto attacco, dal Paraguay all’Indonesia, dal Brasile all’India, e con esse la loro reale possibilità di sopravvivenza: con la distruzione delle terre indigene, infatti, arrivano sempre violenze, malattie, carestia e genocidio.

Gli ultimi Kawahiva sono costretti a vivere in fuga da taglialegna armati e potenti allevatori (immagini da un incontro fortuito con funzionari governativi nel 2015, Brasile). © FUNAI

Ecco le azioni urgenti su cui Survival sta mobilitando i suoi sostenitori e l’opinione pubblica questa settimana: 

- Hongana Manyawa, Indonesia. Sono una delle ultime tribù di cacciatori-raccoglitori nomadi dell’Indonesia; circa 300/500 di loro hanno scelto di restare incontattati nella foresta sacra dei loro antenati. Oggi, un progetto per l’estrazione su larga scala di nichel destinato alle batterie delle auto elettriche minaccia di sterminarli completamente.

- Tribù incontattate del Perù. Nella foresta pluviale che si estende lungo il confine tra Perù, Brasile e Bolivia vive il maggior numero di popoli incontattati al mondo. Oggi sulle tribù incontattate del Perù, però, incombe un “progetto di legge genocida” (PL3518), concepito e promosso da deputati peruviani legati alla potente industria del petrolio e del gas. Se sarà approvato, per questi popoli potrebbe essere la fine.

- Kawahiva, Brasile. Sono un piccolo gruppo incontattato dell’Amazzonia brasiliana. La loro terra, che si trova nello stato del Mato Grosso, è stata ripetutamente invasa da trafficanti di legname, allevatori e accaparratori di terra che hanno ucciso molti membri della tribù e introdotto malattie letali. Il loro futuro dipende dal riconoscimento ufficiale delle loro terre.

- Shompen, India. Il popolo degli Shompen è tra i più isolati al mondo. Vivono sull’isola di Gran Nicobar e oggi rischiano di essere completamente sterminati da un “mega-progetto” di sviluppo del governo indiano, che vorrebbe trasformare la loro piccola isola nella “Hong Kong dell’India”. 

Survival chiede ai suoi sostenitori di firmare e diffondere le azioni urgenti per questi popoli, e l’appello internazionale per il diritto dei popoli incontattati a vivere e alla protezione delle loro terre. Nel corso degli anni, moltissime celebrità – come gli attori Gillian Anderson, Mark Rylance e Claudio Santamaria – si sono schierate a sostegno della campagna internazionale di Survival per il diritto dei popoli incontattati a scegliere come vivere. Oggi tanti altri testimonial stanno aggiungendo la loro voce, tra loro Julian Lennon, Nathalie Guetta, Grazia Di Michele.

“Nessun’altra organizzazione fa questo lavoro a livello internazionale” ha dichiarato oggi la Direttrice generale di Survival International, Caroline Pearce. “La nostra lotta per i diritti delle tribù incontattate è cruciale: possiamo affermare che per questi popoli rappresenta davvero la differenza tra una vita in salute e prosperità e il genocidio”.

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