Il Brasile ferma la costruzione di una pericolosa diga

5 agosto 2016

Alla vigilia delle Olimpiadi il Brasile ha fermato la costruzione una diga che avrebbe distrutto la foresta dei Munduruku. © Maíra Irigaray/Amazon Watch

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Alla vigilia delle Olimpiadi di Rio, il Brasile ha fermato la costruzione di una controversa diga nel cuore dell’Amazzonia.

La diga di São Luiz sul fiume Tapajós minacciava di allagare la foresta dei Munduruku, costringendo molti ad abbandonare la propria terra. La tribù si è opposta con forza a questa e a decine di altre dighe in progetto nella regione.

I Munduruku, come tutti i popoli indigeni, dipendono dalla loro terra per la sopravvivenza, ma la società industrializzata cerca di derubarli di questa e di altre risorse nel nome del “progresso” e della “civilizzazione”.

L’autorizzazione ambientale per la diga di São Luiz è stata accantonata questa settimana, a seguito della resistenza dei Munduruku, della pressione di pubblici ministeri ed esperti sul campo, e di rapporti del Dipartimento brasiliano agli Affari Indigeni e del Ministero dell’Ambiente.

Insieme alla lotta per fermare le dighe, i Munduruku hanno avviato una missione decisiva per demarcare il loro territorio ancestrale, e proteggerlo da minatori e taglialegna illegali. Il governo brasiliano infatti non ha rispettato il suo dovere costituzionale di farlo, lasciando così la terra aperta alla distruzione.

“La nostra lotta è pericolosa, ma sappiamo che vinceremo” ha detto il leader Munduruku Suberanino Saw.

I Munduruku hanno protestato con forza contro una serie di dighe in progetto sul fiume Tapajós. © Maíra Irigaray/Amazon Watch

I popoli indigeni sono i migliori conservazionisti e custodi del mondo naturale.

I Munduruku, e le tribù di tutto il Brasile, stanno protestando anche contro i piani per cambiare la legge e indebolire drasticamente i diritti territoriali indigeni. Uno di questi progetti, noto come PEC 215, darebbe ai proprietari terrieri anti-Indiani e ad altri la possibilità di bloccare il riconoscimento di nuovi territori indigeni – e persino di frammentare quelli già esistenti.

La campagna di Survival ‘Fermiamo il genocidio in Brasile’, lanciata in vista delle Olimpiadi, sta raccogliendo il sostegno dell’opinione pubblica internazionale alla resistenza degli indigeni contro il PEC 215, e chiede che la terra delle tribù incontattate – i popoli più vulnerabili del pianeta – sia protetta.

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