I Boscimani non sono bracconieri: il Presidente del Botswana contestato a Londra

13 febbraio 2014

Oggi i manifestanti hanno protestato fuori dalla sede dove si svolgeva la “Conferenza di Londra 2014 sul commercio illegale di fauna selvatica” per richiamare l’attenzione sulla difficile situazione in cui vivono gli ultimi cacciatori Boscimani dell’Africa. © Survival International

Questa pagina è stata creata nel 2014 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Oggi a Londra un coro di proteste hanno accolto il Presidente del Botswana all’entrata della conferenza internazionale contro il bracconaggio: i manifestanti hanno richiamato l’attenzione sull’impatto devastante del divieto di caccia imposto agli ultimi cacciatori Boscimani d’Africa.

Davanti dalla sede in cui si svolgeva la “Conferenza di Londra 2014 sul commercio illegale di fauna selvatica”, i manifestanti hanno urlato slogan e mostrato cartelli su cui si leggeva “Botswana: i cacciatori Boscimani non sono bracconieri”. Alla conferenza ha partecipato il Presidente del Botswana, Ian Khama, insieme al Principe Carlo e al Principe William.

Il governo del paese perseguita i Boscimani della Central Kalahari Game Reserve (CKGR) nel nome della conservazione della fauna, impedendogli di cacciare la selvaggina. I Boscimani, però, non costituiscono affatto una minaccia per la fauna della CKGR, con la quale hanno vissuto in armonia per secoli.

L’ipocrisia del governo del Botswana è stata smascherata di recente dalle rivelazioni secondo cui vaste aree della CKGR sono state date in concessione a compagnie per effettuare la controversa pratica del ‘fracking’. La compagnia Gem Diamonds, inoltre, ha in progetto di avviare le attività di una miniera all’interno della riserva nell’ottobre 2014.

Una sentenza della Corte Suprema del 2006 ha confermato il diritto dei Boscimani a vivere e cacciare nella CKGR, ma il governo continua a minacciare, torturare e arrestare i Boscimani che cacciano. La maggior parte di loro sono costretti a richiedere un permesso limitato per entrare nella propria terra ancestrale nella CKGR – una politica che è stata paragonata alle controverse Pass Laws dell’apartheid sudafricano.

Ai Boscimani è proibito cacciare selvaggina nella propria terra ancestrale nel nome della conservazione; un giudice ha affermato che questo divieto equivale a condannare la tribù a “morire di fame”. © Survival International

Un giudice della Corte Suprema coinvolto nel processo del 2006 ha dichiarato che la decisione del governo di impedire ai Boscimani di cacciare “equivale a condannarli a morire di fame.”

Survival ha lanciato il boicottaggio dei turismo in Botswana e una campagna pubblicitaria per richiamare l’attenzione sui tentativi del governo di deportare i Boscimani dalla loro terra. Il boicottaggio ha raccolto il sostegno di migliaia di viaggiatori e di celebrità, come Gillian Anderson, Quentin Blake, Joanna Lumley, Sophie Okonedo, e Mark Rylance.

“Il Presidente Khama nasconde la persecuzione dei Boscimani mascherandola come conservazione” ha commentato oggi Stephen Corry, Direttore generale di Survival International. “Vietare ai Boscimani di cacciare e, allo stesso tempo, aprire la riserva al fracking e all’attività mineraria è assoluta ipocrisia.”

Nota ai redattori:

- La CKGR è stata creata negli anni ’60 allo scopo di proteggere la terra dei Boscimani e la fauna da cui dipendono. Nel corso di tre sgombri brutali avvenuti tra il 1997 e il 2005, però, i Boscimani sono stati sfrattati dalla loro terra.
- Scarica le immagini in alta definizione della protesta qui:

I manifestanti davanti alla sede in cui si è svolta la “Conferenza di Londra 2014 sul commercio illegale di fauna selvatica”. © Survival International

I manifestanti davanti alla sede in cui si è svolta la “Conferenza di Londra 2014 sul commercio illegale di fauna selvatica”. © Survival International

I manifestanti davanti alla sede in cui si è svolta la “Conferenza di Londra 2014 sul commercio illegale di fauna selvatica”. © Survival International

I manifestanti davanti alla sede in cui si è svolta la “Conferenza di Londra 2014 sul commercio illegale di fauna selvatica”. © Survival International

I manifestanti davanti alla sede in cui si è svolta la “Conferenza di Londra 2014 sul commercio illegale di fauna selvatica”. © Survival International

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