‘I Penan non devono più vivere nella giungla’ dichiara un politico malese

11 dicembre 2009

Un politico malese ha dichiarato che I Penan non devono più vivere nella giungla. © Andy Rain/Nick Rain/Survival

Questa pagina è stata creata nel 2009 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Un politico malese ha dichiarato che la tribù dei Penan del Borneo deve “smettere di vivere nella giungla”. Lo riferisce il quotidiano nazionale Star. Un membro del gabinetto ha anche negato le denunce di due donne Penan violentate dai taglialegna.

Il quotidiano Star cita il deputato Lihan Jok e un presunto “accordo di pace” che lui asseriva essere stato raggiunto con i Penan che avevano eretto dei blocchi stradali contro le compagnie di sfruttamento forestale e le piantagioni di palma da olio all’inizio dell’anno.

“Noi (il governo dello Stato del Sarawak) desideriamo seriamente aiutare questi Penan, ma loro devono abbandonare il loro stile di vita semi-nomade e sedentarizzarsi in modo permanente. Per loro metteremo in atto programmi di reinsediamento. Quindi daremo loro terra sufficiente perché possano intraprendere attività economiche come l’agricoltura. Daremo loro anche lavoro nelle piantagioni di gomma. Questi Penan devono accettare questo programma di reinsediamento o l’accordo di pace non funzionerà”.

Uno studio condotto da Survival dimostra che spostare i popoli indigeni dalla loro terra contro la loro volontà e imporre loro un diverso stile di vita ha effetti catastrofici sulla loro salute.

In luglio e agosto, numerosi villaggi Penan hanno eretto blocchi stradali nel tentativo di tenere i disboscatori e le compagnie di piantagioni di palma da olio lontano dalle loro foreste. Un giovane uomo Penan ha dichiarato a Survival: “Vorremmo che il governo venisse e ci parlasse per chiederci quale tipo di sviluppo ci serve e vogliamo veramente”.

Il governo dello stato malese del Sarawak non riconosce i diritti dei Penan alla loro terra. Al contrario, sostiene lo sfruttamento forestale e le compagnie che piantano palme da olio e che stanno distruggendo la foresta pluviale su cui i Penan si basano per il loro sostentamento. Sta anche costruendo una serie di imponenti dighe idroelettriche che inonderanno le case di migliaia di Penan e di altri popoli indigeni.

Nel corso di un’intervista trasmessa lunedì scorso durante il programma radiofonico BBC Today, il Ministro del Sarawak per l’Utilizzo della Terra James Masing ha risposto in modo sprezzante a una domanda riguardante una giovane ragazza Penan che aveva detto di essere stata picchiata fino a perdere i sensi e violentata: ”Cambiano le loro storie come gli pare” ha commentato Masing. “Ecco perché dico che i Penan sono dei bravi narratori”.

In un rapporto pubblicato a settembre, il governo malese ha confermato lo stupro e gli abusi sessuali commessi dai dipendenti delle compagnie di disboscamento contro molte donne penan tra cui anche bambine di soli dieci anni.

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