Come vivono?

Le tribù più numerose, i Chakma e i Marma, che contano circa 350.000 persone, sono entrambe di fede buddista; le altre tribù praticano l’Induismo, il Cristianesimo o le loro religioni tradizionali.

Chakma, Bangladesh © Mark McEvoy/Survival

Le Hill Tracts sono colline ripide e scoscese, dove la coltivazione è difficoltosa.

Per utilizzare al meglio le risorse del terreno, le tribù praticano l’agricoltura a rotazione: coltivano ogni volta piccoli appezzamenti del loro territorio, per poi trasferirsi in altre aree, consentendo così alla terra di rigenerarsi.

Questo metodo di coltivazione è conosciuto a livello locale come “Juhm”, da cui il nome collettivo “Jumma” assegnato alle tribù. Il popolo Mru abita invece sulle cime delle colline, lontano dagli altri popoli jumma, generalmente su alte palafitte.

Quali problemi devono affrontare?

Il governo del Bangladesh considera le CHT come terre disabitate in cui trasferire i coloni bengalesi poveri, senza alcuna preoccupazione per le zone popolate dagli indigeni.

Chakmas, Bangladesh © Mark McEvoy/Survival

Sebbene fino a sessantacinque anni fa fossero gli unici abitanti delle Hill Tracts, a seguito dell’arrivo dei coloni gli Jumma sono diventati una minoranza nella loro stessa terra.

Oltre ad essere sfrattati dagli invasori, ai quali vengono assegnate le terre migliori, gli Jumma sono anche stati sconvolti dalla violenta repressione dell’esercito bengalese.

Dal 1971, anno in cui il Bangladesh ha conquistato l’indipendenza, gli Jumma vengono sistematicamente assassinati, torturati, stuprati, e i loro villaggi bruciati.

Per difendersi dagli attacchi di questa politica genocida, gli Jumma hanno dato vita ad un partito politico (Jana Samhati Samiti) dotato di una propria ala militare.

Sebbene nel 1997 gli Jumma abbiano firmato con il governo un accordo di pace che ha messo fine alle atrocità peggiori, in realtà continuano ad essere espropriati delle loro terre e a subire violenze.

Cosa fa Survival?

Survival ha lavorato con le tribù Jumma per molti anni, facendo conoscere le violazioni dei loro diritti umani e la violenta repressione di cui sono vittime. Survival ha esercitato pressioni anche sul governo del Bangladesh, favorendo il raggiungimento dell’accordo di pace siglato nel 1997.

Un portavoce jumma ha dichiarato a Survival:

‘È solo grazie ai vostri sforzi che oggi intravediamo un raggio di speranza nel nostro futuro. Avete portato molti cambiamenti: finalmente possiamo sperare di sopravvivere e reclamare la nostra terra natale.’

Nonostante la situazione sia parzialmente migliorata, i problemi non sono stati risolti, e Survival continua a sostenere i diritti dei Jumma chiedendo la restituzione delle terre sottratte loro, la fine dell’occupazione militare delle CHT, e un grado di autonomia per questi popoli, così da garantire loro maggiore controllo sulla loro terra e sul loro futuro.

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