Guarani sfrattati dai loro villaggi. Case e animali dati alle fiamme

17 settembre 2009

I Guarani di Laranjeira Ñanderu, costretti a vivere accampati sul ciglio della strada. © CIMI/Survival

Questa pagina è stata creata nel 2009 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Una comunità di Indiani Guarani-Kaiowá del Brasile è stata sfrattata nei giorni scorsi dalle sue terre. I 130 membri del gruppo vivono oggi sotto teli di plastica, ai bordi di una superstrada molto trafficata, senza acqua corrente né cibo.

Subito dopo lo sfratto, persone non identificate hanno appiccato il fuoco all’intero villaggio distruggendo le case degli Indiani, le loro proprietà e anche i loro animali. Survival ha subito protestato presso le autorità.

La comunità, nota con il nome di Laranjeira Ñanderu, era già stata sfrattata dalle terre ancestrali negli Anni '60 per mano degli allevatori di bestiame che da allora occupano il territorio. Dopo anni di stenti in una affollatissima riserva governativa, nel dicembre 2007 la comunità decise di ritornare a casa. Ma gli allevatori riuscirono ad ottenere un ordine di sfratto dal tribunale. Da qui, lo sgombro effettuato dalla polizia nei giorni scorsi. “Sono nato qui” aveva spiegato un anziano guarani a Survival. “Questa è la nostra terra. E non abbiamo altro posto dove andare.”

La tragedia si verifica a quasi un anno esatto dal lancio in Italia del film di Bechis “La terra degli uomini rossi – Birdwatchers”, in uscita nelle sale inglesi in questi giorni. Attori protagonisti del film sono i Guarani stessi e, al di là della fiction, la storia descrive con drammatica attualità la disperata situazione in cui versa oggi il popolo dei Guarani nel Mato Grosso do Sul.

Durante la conferenza stampa alla Mostra del Cinema di Venezia, Eliane Juca da Silva, una delle giovani protagoniste, aveva dichiarato: “Mi riempie di dolore pensare a tutti i nostri bambini che stanno morendo… Non chiediamo altro che poter continuare a vivere… Tutto quello che vogliamo è un pezzo di terra per cacciare e piantare i nostri orti”.

Incapaci di concepire un futuro senza terra, negli ultimi due decenni, oltre 500 Guarani si sono suicidati – la più giovane aveva solo 9 anni. La maggior parte vive in squallide riserve allestite dal governo, tra violenze, alcol e malnutrizione.

Nel 2007, l’ufficio del Procuratore generale ha ordinato al governo di censire e demarcare il territorio tradizionale dei Guarani, ma il progetto è fortemente ostacolato da allevatori e imprenditori agricoli, spalleggiati del governo locale. Le speranze di sopravvivenza dei Guarani giacciono quindi congelate in un ufficio governativo.

Il mese scorso, il relatore speciale delle Nazioni Unite sui popoli indigeni ha firmato un rapporto molto critico sul Brasile, sottolineando i cronici problemi del territorio guarani, “in cui gli Indiani soffrono una grave mancanza di accesso alle loro terre tradizionali”.

In collaborazione con il regista Marco Bechis, Survival ha istituito un fondo speciale per aiutare i Guarani-Kaiowá a difendere i loro diritti, le loro terre e il loro futuro. Per informazioni visita: https://www.guarani-survival.org/it

Sono disponibili fotografie e filmati.

Per ulteriori informazioni:
Francesca Casella – 02 8900671 – [email protected]
Oppure Miriam Ross: Tel 0044 207 6878734
E-mail: [email protected]

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