Ayoreo incontattati a rischio sterminio. Responsabilità italiane e appello alla IACHR.

5 ottobre 2021

Tempo fa, gli Ayoreo avevano bloccato l’autostrada trans-Chaco per denunciare l’inerzia del governo di fronte alla distruzione della loro foresta. © GAT/ Survival

È a rischio la sopravvivenza dell’ultimo popolo incontattato del Sud America sopravvissuto al di fuori dell’Amazzonia.

Gli Ayoreo-Totobiegosode del Paraguay hanno chiesto alla Commissione Inter-Americana per i Diritti Umani di salvare la loro foresta, che viene distrutta a uno dei tassi di deforestazione più alti al mondo mentre i loro parenti incontattati fuggono da un angolo all’altro di quel che resta della loro ultima isola verde.

La foresta degli Ayoreo viene abbattuta per far spazio ad allevamenti di bestiame che soddisfano la domanda internazionale di carne e di cuoio. Gli studi indicano che queste esportazioni sono responsabili, per unità di peso, di più deforestazione di qualsiasi altra merce sulla terra.

Il principale importatore di cuoio paraguaiano risulta essere l’Italia. E la compagnia italiana Pasubio, una delle più grandi concerie europee, è la principale acquirente di pellame paraguaiano proveniente da aree abbattute illegalmente, che viene poi destinato in gran parte al settore automobilistico.

È dal 1993 – anno in cui presentarono formale richiesta di riconoscimento dei loro diritti territoriali – che gli Ayoreo-Totobiegosode del Chaco paraguaiano cercano di proteggere la loro foresta dal settore agroindustriale in rapida espansione.

Nel 2013, data la totale mancanza di volontà politica del Paraguay di rispettare la legge e fermare la distruzione delle loro terre, gli Ayoreo avevano chiesto l’intervento della Commissione Inter-Americana per i Diritti Umani.

Su richiesta del governo, nel 2016 avevano acconsentito ad avviare negoziati formali con il governo per il riconoscimento dei loro diritti territoriali, ma per 5 anni – e nonostante i 42 incontri – la distruzione della loro foresta è continuata senza tregua. Foto satellitari mostrano chiaramente che oggi gli Ayoreo vivono in un’isola di foresta circondata da monoculture e allevamenti di bestiame.

Gli Ayoreo hanno annunciato ora il loro ritiro dai negoziati e hanno scritto nuovamente alla Commissione Inter-americana chiedendole di ordinare alle autorità paraguaiane di restituire loro la terra e di espellere le aziende agroindustriali che l’hanno occupata.

La foresta degli Ayoreo viene abbattuta a un ritmo drammatico. © Earthsight

Sebbene la maggior parte degli Ayoreo-Totobiegosode siano stati contattati con la forza dai missionari evangelici americani alcuni anni fa, un numero imprecisato vive tuttora incontattato nell’ultima isola verde, in continua diminuzione.

All’inizio dell’anno, un gruppo isolato è entrato in contatto con una comunità di parenti stanziali per esprimere le proprie preoccupazioni per la distruzione della foresta ed è poi tornato nel suo rifugio.

“I miei parenti incontattati stanno soffrendo e sono in pericolo perché ora hanno a malapena lo spazio per vivere. Ci sono molti esterni che occupano la nostra terra e bruciano la foresta per far spazio alla produzione di carne” ha detto Porai Picanerai, leader Ayoreo-Totobiegosode contatto forzatamente dall’americana New Tribes Mission nel 1986.

“Dopo aver preso parte alla maggior parte dei 42 incontri, posso confermare che il governo non mantiene la sua parola, che mente e che non vuole proteggere il mio popolo né restituirci la terre dove abbiamo sempre vissuto e di cui ci siamo presi cura” ha aggiunto Porai. “Potremo convincere il governo a intervenire per il mio popolo solo rivolgendoci a organismi esterni come la Commissione.”

“Gli Ayoreo-Totobiegosode hanno invocato la sospensione dei negoziati perchè il governo stava solo cercando di tirarla per le lunghe, lasciando contemporaneamente campo libero alla distruzione dilagante della foresta degli Ayoreo” ha spiegato la ricercatrice di Survival International Teresa Mayo. “Lo Stato sa che per condannare a morte gli Ayoreo incontattati basta semplicemente non fare nulla – e se per il governo la soluzione al ‘problema’ è lo sterminio di un popolo, allora stiamo parlando di genocidio.”

Note ai redattori:
- Secondo quanto documentato dal rapporto di Earthsight, nel 2018 l’Italia ha importato circa il 61% del cuoio paraguaiano. Secondo le stime del rapporto, il principale importatore, l’italiana Pasubio, importerebbe da sola il 39% del cuoio paraguaiano. Un altro grosso acquirente italiano è il Gruppo Mastrotto.
- Tra le aziende automobilistiche che acquistano cuoio proveniente da allevamenti responsabili del disboscamento illegale della foresta Ayoreo, sempre secondo il rapporto di Earthsight, ci sono BMW e Jaguar Land Rover.

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